Spagna, i fruttivendoli: vendite di ortaggi crollate

La categoria stima un -40% in seguito all'aumento dei prezzi. E in Italia? «Nessun tracollo»

Spagna, i fruttivendoli: vendite di ortaggi crollate
I fruttivendoli spagnoli hanno stimato un calo dei consumi di ortaggi del 40% a seguito dell'aumento dei prezzi legato all'ondata di freddo che ha decimato la produzione nelle principali aree del continente. Il presidente della federazione nazionale "Frutta e verdura" Tino Mora spiega che la materia prima sugli scaffali non manca, aggiungendo però che l'incremento dei listini ha spinto i consumatori a ridurre sensibilmente gli acquisti oppure a scegliere referenze alternative a melanzane, carciofi, zucchine, fagiolini, pomodori, lattuga, broccoli, cetrioli, spinaci, cavolfiori, che più di altre hanno fatto segnare aumenti dei listini.

Adefrutas, l'associazione di categoria di Madrid, sottolinea che i commercianti si sono impegnati per "calmierare" i prezzi riducendo l'incidenza degli aumenti, ma che ciò non è servito per tamponare la pesante riduzione.

E in Italia? Livio Bresciani, presidente dei dettaglianti ortofrutticoli della Fida-Confcommercio tiene a precisare che si è assistito a un "calo di vendite ma non a un tracollo". E aggiunge: "notiamo grande attenzione da parte dei consumatori, molto cauti negli acquisti che vengono ponderati, se serve rinviati; si compra il necessario, nella consapevolezza che la situazione attuale è legata a un preciso fenomeno di carattere temporaneo". Insomma, conclude Bresciani, "il consumatore è maturo, non c'è più l'allarmismo di un tempo e questo è positivo".

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