«Radicchio di Chioggia, la certificazione per decollare»

Boscolo Palo: senza è difficile ottenere ricavi adeguati anche nelle stagioni favorevoli

«Radicchio di Chioggia, la certificazione per decollare»
Anagrafe, trasparenza, certificazione, volumi: per il Consorzio di tutela del Radicchio di Chioggia Igp sono questi i capisaldi per far decollare una produzione che vuole andare oltre gli ostacoli posti dal mercato e dalla burocrazia. 

"Nelle scorse settimane - ha spiegato a Italiafruit News, in occasione della recente edizione di Fruit Logistica, Giuseppe Boscolo Polo, presidente del Consorzio -  abbiamo assistito a un forte incremento della richiesta di radicchio soprattutto da parte delle aziende della IV gamma, eppure gli operatori ne beneficeranno solo in minima parte: vero che le quotazioni hanno raggiunto e superato l'euro il chilo, ma bisogna tener conto del rilevante calo produttivo, attorno al 30%, nonché delle quotazioni insoddisfacenti nel periodo pre-gelate, quando  i listini erano inferiori  al costo di produzione, circa 50 centesimi il chilo, a fronte di una resa di circa 220 quintali ad ettaro". 

Insomma, la produzione lorda vendibile media in euro per ettaro ancora una volta non sarà all'altezza degli sforzi dei produttori. "Nell'ultimo anno - aggiunge Boscolo Palo - è incrementato il numero delle aziende associate, segno che i produttori si stanno convertendo all'Igp, perché sempre più operatori comprendono che solo questa certificazione può dare una prospettiva di remunerazione ai nostri territori. Ma ancora non basta. Per affermarsi efficacemente sono necessari volumi rilevanti, costanti e omogenei per garantire forniture alla Gdo. Serve, quindi, un incremento significativo della produzione certificata Radicchio di Chioggia Igp anche perché la certificazione consente di eseguire quei controlli utili per estromettere dalla filiera chi non opera in maniera corretta e garantisce il consumatore". 

"E servirebbe, inoltre - conclude il presidente del Consorzio - un'anagrafe cui fare riferimento per gestire in maniera ottimale e programmare l'offerta: ci stiamo impegnando per questi obiettivi, ne va del reddito dei produttori e del futuro del nostro radicchio, che ha grandi potenzialità inespresse".  

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