Pomodoro, Coldiretti e Confagri: nuovo prezzo vergognoso

Decurtato del 15% in due anni. Le responsabilità delle Op

Pomodoro, Coldiretti e Confagri: nuovo prezzo vergognoso
Dopo un pomeriggio “di passione”, martedì sera a Parma i rappresentanti dell’industria e degli agricoltori hanno raggiunto l’accordo per il prezzo del pomodoro da industria del Nord Italia: 80,75 euro a tonnellata, comprensivo dei servizi agli agricoltori, a fronte degli 86,20 dell’anno scorso, con un calo quindi del 6,3%. E’ stato così completato il quadro normativo dell’accordo siglato giovedì che prevede un tetto produttivo di 1,7 milioni di tonnellate. Sopra tale soglia, infatti, i produttori dovranno pagare una penalità di 20 euro per ogni tonnellata in più.

“La chiusura dell’accordo 2017 per il pomodoro da industria, oltre che tardiva, è anche pessima, come risulta chiaramente dalla fissazione di un prezzo che non consente la remunerazione adeguata del prodotto e lascia solo lavoro e rischi a carico degli agricoltori”. È il commento del presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello, che aggiunge: “Il prezzo di 79,75 euro/ton (al netto dei servizi agli agricoltori, ndr) è perfino impronunciabile, con l’introduzione di cifre centesimali che sanno quasi di presa in giro, come se si trattasse di oro, dove i centesimi fanno davvero la differenza. Nel settore del pomodoro, con la tabella dei difetti e degli scarti applicata a seconda di quanto si vuol pagare, neanche un euro a cifra tonda riuscirebbe a far la differenza, figuriamoci i centesimi”.
Per il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, l’accordo “con le regole attuali non lascia spazio agli agricoltori. Le Organizzazioni di prodotto – sostiene Tonello – non hanno nessun potere contrattuale e sono organismi che, sostenendosi economicamente sulla base dei quantitativi di pomodoro che contrattano, non guardano più la redditività e gli interessi dei produttori. Questi ultimi – afferma Tonello – oggi si ritrovano un accordo firmato dopo che avevano già ordinato le piantine, lavorato i terreni e concimato. Quello che una volta era chiamato oro rosso, è diventata ruggine”.
“Non so immaginare – prosegue Tonello – che cosa possa avvenire di peggio perché l’Unione Europea e noi agricoltori ci si decida a fare un passo indietro rispetto a strumenti come le Organizzazioni di prodotto e gli Organismi interprofessionali che, con le regole attuali, stanno strangolando gli agricoltori. Spero – conclude il presidente di Coldiretti Emilia Romagna – che almeno la cooperazione possa alla fine fare una liquidazione più remunerativa e che tutti gli agricoltori che ancora non hanno seminato cambino piano colturale, seminando altro. Da parte nostra, continueremo a lavorare per cambiare questo sistema e introdurre strumenti diversi, come il distretto, e regole diverse come l’introduzione dell’origine obbligatoria per tutti i derivati del pomodoro e non solo per la passata”.

“Sempre peggio, da 92 a 79,75 euro a tonnellata (al netto dei servizi agli agricoltori, ndr) negli ultimi due anni. Gli agricoltori non possono accettare una decurtazione del prezzo del 15%. Indecente, per non dire inammissibile”. Senza mezzi termini il giudizio del presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Gianni Tosi. Che, riguardo la penalità di 20 euro a tonnellata, spiega: “Un’ulteriore ammenda inaccettabile per l’agricoltore, l’unico che continua a pagare il prezzo più alto e che si accolla di fatto la debacle finanziaria di una filiera produttiva inefficiente perché guidata da Organizzazioni di produttori incapaci di programmare e tutelare gli interessi e la redditività delle aziende agricole”. Ancora: “Che ruolo hanno giocato nella trattativa le strutture di trasformazione gestite da rappresentanti delle Op e del mondo agricolo se il prezzo concordato alla fine è risultato così penalizzante per i produttori? E come se non bastasse, la tabella dei parametri qualitativi è soggettiva (ambigua) e lascia ampia libertà di interpretazione all’industria di trasformazione, tanto da permetterle di pagare il prodotto a prezzi stracciati e di gran lunga inferiori a quelli spagnoli, portoghesi e californiani.

“Le ripercussioni sul reddito degli agricoltori saranno insopportabili, con quotazioni che si attestano ben al di sotto dei costi di produzione - rincara la dose il presidente regionale dei produttori di pomodoro di Confagricoltura, Giovanni Lambertini - Ora, però, ci auguriamo che le Op sappiano almeno programmare le superfici coltivate necessarie per ottenere i quantitativi produttivi previsti dall’accordo, al fine di scongiurare lo spettro di esose penali”. 

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