Aglio: Spagna sempre più competitiva, l'Italia insegue

Ieri a Sulmona (L'Aquila) il gruppo di contatto a tre con la Francia. Produzioni in aumento

Aglio: Spagna sempre più competitiva, l'Italia insegue
Si allarga la forbice tra la Spagna e gli altri due Paesi produttori protagonisti del gruppo di contatto sull'aglio, ossia Italia e Francia: questa l'impressione al termine della riunione organizzata ieri a Sulmona (L'Aquila), nell'ambito del Comitato Misto ortofrutta e che è stata coordinata da Roberto Cherubini del ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf). Sei i punti all'ordine del giorno: bilancio dell'ultima campagna nei tre Paesi, previsioni di raccolta 2017, valutazione della proposta di modifica al Regolamento Trqs per il capitolo specifico dell'aglio), questioni fitosanitarie, informazione sulla norma di commercializzazione Unece e connessa brochure dell'Ocse, decisione sulla sede della prossima riunione.

Ai lavori, ospitati nella sede del Consorzio aglio rosso di Sulmona hanno preso parte, oltre allo stesso Cherubini, Ettore Navarra di Confagricoltura, Donato Palmieri e Francesco Delfanti di Fruitimprese per l'Italia; Antonio Flores Lorenzo (ambasciata in Italia), Josè Antonio Corell, Josè Carlos Arroyo, Luis Fernando Rubio (Anpca-Fepex) e Miguel del Pino Nieto (Asaja) per la Spagna; Antoine Erhel (rappresentante dell'ambasciata in Italia), più altri rappresentanti dell'organizzazione interprofessionale Uniail e del ministero dell'Agricoltura per la Francia.


Nell'ultimo triennio la produzione di aglio in Italia - come riferisce Delfanti a Italiafruit News - è cresciuta, anno su anno, del 4-5% circa, mentre l'import dalla Spagna, elevato nel 2014/15 si è sensibilmente ridotto nel corso dell'ultima campagna; il fabbisogno dall'estero, tuttavia, resta ancora elevato, pari al 50% circa dei consumi interni. Capitolo prezzi: in Europa, nel 2014/15 si è registrato un aumento delle quotazioni di 30 centesimi il chilo circa rispetto alla stagione precedente; è andata ancora meglio nel 2015/16, con un incremento medio di 70 centesimi.



Per quanto riguarda la raccolta 2017, che prenderà il via tra maggio e giugno, le previsioni, sottolinea ancora Delfanti, indicano un aumento delle superfici tra il 7 e il 10% circa nei tre Paesi. Sul fronte della produzione, ma ancor più dell'export, è la Spagna a fare la voce grossa: il Paese iberico nel 2016 è riuscito a incrementare sensibilmente i traffici nei confronti dei Paesi extra Ue mentre le esportazioni italiane si sono lievemente ridotte. Una maggiore competitività dimostrata anche dalla capacità di vendere aglio in Paesi che sarebbero più "comodi" per l'Italia, come la Polonia.

Il gruppo di contatto, che ha discusso anche aspetti fitosanitari -  gli operatori italiani sottolineano che la Spagna è avvantaggiata - e la proposta di modifica al Regolamento Trqs, in piena fase di discussione, si è dato appuntamento al 2018, quando si svolgerà in Francia.

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