L’honeyberry è il «quinto piccolo frutto»?

Grande potenziale per la nuova bacca che contiene più antiossidanti del mirtillo

L’honeyberry è il «quinto piccolo frutto»?
Un workshop del Global Berry Congress, il convegno internazionale tenutosi a Rotterdam dal 27 al 29 marzo, ha analizzato il potenziale dell'honeyberry come "quinto piccolo frutto", a fronte di un suo possibile sviluppo produttivo e commerciale nei Paesi del Centro e Nord Europa. Questa bacca, chiamata "haskap" in Oriente e Giappone, garantisce infatti rese elevate e bassi costi di produzione nei climi nordici. Mentre a livello commerciale può beneficiare dello status di superfood, in virtù di un contenuto di antiossidanti addirittura superiore a quello dei mirtilli.

Come riportato su Eurofruit, per Jan Marc Schulz, dell'azienda olandese Sfi Rotterdam, l'honeyberry dovrebbe trovare spazio prima di tutto nel segmento del convenience food e in quello del trasformato. "Il potenziale c'è – dice – Moltissimi coltivatori ne stanno valutando l'inserimento per la sua marginalità. Il mercato del fresco arriverà, ma penso che dovremmo aspettare un po' perché attualmente non c'è abbastanza prodotto disponibile. Se si tenta di introdurre frettolosamente un nuovo frutto fresco, senza conoscerne le varietà e i sapori, si rischia di rovinare il suo nome. Con una marmellata, un frullato o un prodotto alcolico è invece possibile nascondere eventuali difetti gustativi".

L'attuale legislazione comunitaria sui nuovi prodotti alimentari, tra l'altro, non fa chiarezza sulla possibilità di commercializzare nell'Unione Europea l'honeyberry in versione fresca. Da questa estate, quindi, il prodotto fresco sarà distribuito in Svizzera, per comprendere le reazioni dei consumatori circa il suo reale valore.

Nel mondo, la produzione della bacca si concentra in Giappone, Russia e Nord America; altre zone di coltivazione sono Cina, Germania, Polonia e Scozia. In quest'ultimo Paese, il gruppo canadese LoveHoneyberry ne intende coltivare più di duemila ettari attraverso la creazione di un consorzio di agricoltori locali. "Il gusto e la qualità devono allinearsi alla storia del territorio di produzione", suggerisce Logie Cassells, di LoveHoneyberry. La Scozia propone già un ottimo gin a base di honeyberries. Ma i campi di utilizzo del prodotto sono molteplici, sottolinea Cassells: "E' perfetto per gli smoothies, e per l'esportazione è molto interessante la produzione di vini rossi ottenuti dal piccolo frutto scozzese. Personalmente, sono molto soddisfatto dei profitti generati dagli alcolici".

Copyright 2017 Italiafruit News