Xylella, dai biostimolanti arriva una speranza

Ecco i risultati di una prova dimostrativa con i prodotti Valagro

Xylella, dai biostimolanti arriva una speranza
Prove dimostrative per verificare l'efficacia dei biostimolanti nell’aiutare gli olivi a rimanere produttivi anche in presenza del complesso del disseccamento rapido (Codiro). E' questa la sperimentazione che Antonio Longo, agronomo dell’organizzazione dei produttori “Oro di Puglia” sta conducendo in un oliveto colpito dal Codiro nel 2014; le prove dimostrative si basano sull'utilizzo di alcuni prodotti della Valagro, azienda leader nella produzione di biostimolanti per funzioni d’uso. I prodotti testati da Longo, che segue il progetto con altri agronomi dell'Op pugliese, sono Kendal, Kendal Te e Megafol.

“La prova è stata intrapresa al fine di valutare l’efficacia di tali prodotti sulle altre concause che determinano il disseccamento degli olivi e in particolare nell'aiutare le piante a rimanere vigorose in condizioni ostili di crescita”, spiega Longo. Al centro del test un oliveto di Neviano (Lecce), situato a 8,5 chilometri dal nucleo originario in cui Xylella è stata riscontrata per la prima volta nel 2013. La sintomatologia ha avuto un nuovo picco a dicembre 2014 e gennaio 2015, in concomitanza delle gelate invernali.

Poi, da marzo 2015, partono i trattamenti con i biostimolanti della Valagro. Sono stati utilizzati il Kendal Te in dose di 300 millilitri per 100 litri di acqua in miscela con il Megafol alla stessa dose. Il trattamento è stato ripetuto in maggio, in pre-fioritura, utilizzando il Kendal alla dose di 300 ml per 100 litri di acqua, in miscela con il Megafol alla stessa dose. Un terzo trattamento è stato eseguito il 22 giugno 2015, durante l'ingrossamento delle drupe, sempre con Kendal e Megafol agli stessi dosaggi, con aggiunta di Rogor L40 St, alla dose di 100 ml per ettolitro e olio minerale bianco alla dose di 250 ml per hl. “L’utilizzo del Rogor – puntualizza l'agronomo - è stato fatto per il controllo della popolazione della Tignola, nonché della Sputacchina (Philaenus spumarius), vettore della Xylella fastidiosa. L’oliveto ha presentato per tutta la stagione primaverile uno stato vegetativo ottimale".



"Il 7 luglio sono comparsi i primi disseccamenti - prosegue l'agronomo - sia pur limitati a pochi rami, in concomitanza del verificarsi di temperature elevate. Tale fase critica, tuttavia è stata brillantemente superata in quanto al sopraggiungere della stagione autunnale si è avuta una notevole emissione di nuovi germogli che hanno rimpiazzato gran parte della chioma persa durante l’estate. Il 15 ottobre 2015, prima di iniziare la raccolta delle olive, è stato effettuato un quarto trattamento usando il Kendal Te, alla dose di 300 ml per 100 litri d'acqua con aggiunta di Megafol, sempre alla dose di 300 ml per 100 litri di acqua; Rogor L40St, alla dose di 100 ml per hl. La produzione è stata buona e di qualità elevata, in quanto le drupe non manifestavano nessuna puntura dovuta alla mosca e nessun segno di deterioramento dovuto alla lebbra". 

"Nei mesi di dicembre 2015 e gennaio 2016 - prosegue - non si è più manifestata la sintomatologia del disseccamento, come invece avvenuto nello stesso periodo del 2014, per cui non è stato necessario eseguire interventi di taglio dei rami secchi”.

Longo spiega poi che dopo aver terminato la raccolta delle olive, a marzo 2016, è stato eseguito un trattamento sul tronco e sulle branche principali con solfato di ferro e grassello di calce al 2% (due kg di solfato di ferro uniti a due kg di grassello di calce disciolti in un quintale di acqua), al fine di abbattere le ovo-deposizioni degli insetti presenti negli anfratti della corteccia del tronco e delle branche principali (Cicadellidi, Zeuzera...).

“Nello stesso mese sono stati eseguiti leggeri interventi di potatura per eliminare i succhioni e i rametti privi di avvenire, in maniera tale da arieggiare la chioma – prosegue l'esperto - Il 16 aprile 2016 è stato eseguito il primo intervento primaverile, utilizzando il Kendal TE alla dose di 300 ml per 100 litri di acqua ed il Megafol sempre agli stessi dosaggi. Al fine di render più efficace l’azione dei biostimolanti, nel corso di un confronto avuto con l'agronomo Alvaro Palese, tecnico della Valagro per la provincia di Lecce, è stato concordato di effettuare un numero maggiore di trattamenti rispetto a quelli eseguiti nell’annata precedente, allungando il calendario degli stessi anche ai mesi estivi di luglio e agosto e accorciando l’intervallo dei giorni tra un trattamento e l’altro nel corso della stagione primaverile, ciò al fine di valutare l'incidenza degli stessi nel periodo di forte stress termico ed idrico”.



“A giugno l’oliveto presentava uno stato vegetativo ottimale – rimarca Longo - Gli oliveti contigui al campo oggetto di prova, per i quali non è stata eseguite alcuna operazione colturale ad esclusione del controllo delle erbe infestanti, presentavano ormai gran parte della chioma senza foglie, trasparente e compromessa, priva di vitalità”.



Altri trattamenti sono stati eseguiti a fine giugno e poi a settembre, mentre ad agosto si è registrata, seppur in maniera più contenuta rispetto all’anno precedente, la sintomatologia ascrivibile a Xylella fastidiosa. “I trattamenti con Kendal Te e Kendal effettuati per nutrire e rinforzare le piante, nonché per aiutarle a crescere in condizioni ostili hanno svolto la loro funzione – è la conclusione di Longo - Inoltre l'azione sinergica del Megafol, antistress attivatore della crescita, ha favorito l'emissione di nuovi germogli nei mesi autunnali rispetto agli olivi non trattati, ricostituendo parzialmente il seccume verificatosi nei mesi di luglio ed agosto a causa della Xylella. Lo stato vegetativo attuale dell’oliveto fa supporre che quest'anno ci sarà produzione, grazie alla massa verde prodotta l'anno precedente e a quella prevista nel periodo primaverile. Si evidenzia che gli oliveti confinanti, nonché quelli presenti su gran parte delle aree limitrofe, risultano essere ormai prevalentemente secchi in modo irreversibile. Gli alberi non trattati – conclude l'agronomo - risultano essere ormai quasi completamente defogliati con chioma quindi fortemente compromessa e, pertanto, privi di avvenire”.

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