Pomodori turchi in Russia passando dalla Georgia

Così viene aggirato l'embargo. E i produttori russi protestano

Pomodori turchi in Russia passando dalla Georgia
La Georgia non è certo nota per essere un grande produttore di pomodori. Eppure alla Russia non è sfuggito come il Paese caucasico abbia esportato pomodori verso Mosca in grande quantità: secondo le statistiche ufficiali russe i volumi che hanno attraversato i confini russo georgiani sono stati sette volte superiori rispetto allo scorso anno.

La Russia punta così il dito contro Tbilisi: esporta pomodori importati dalla Turchia, prodotti che - in virtù dell'embargo - non potrebbero entrare nella Federazione. E' un po' il gioco di cui è stata accusata la Bielorussia (clicca qui per leggere la notizia).

Nel 2016 la Georgia avrebbe importato pomodori dalla Turchia per oltre 23 milioni di dollari, quando lo scorso anno l'import è stato pari a 6,4 milioni. Per la prima volta in oltre dieci anni a questa parte - ha fatto notare la stampa specializzata russa - le esportazioni di pomodori "georgiani" hanno raggiunto il valore di otto milioni di dollari. Allo stesso tempo l'export verso la Russia ha toccato quota due milioni di dollari, contro i 350mila dollari nel 2014-2015.

Ad accusare la Georgia è Sergey Korolev, presidente dell'Unione nazionale dei produttori di frutta e ortaggi della Russia: "Le autorità di vigilanza hanno stretto i controlli sulle attività di re-export dalla Bielorussia, ma i pomodori turchi ora sono immessi sul mercato russo da Georgia, Azerbaijan e Armenia. E' impossibile determinare il Paese d'origine e la filiera di questi pomodori".

Anche il Servizio fitosanitario russo ammette di non riuscire a tracciare i pomodori turchi. La portavoce Yuliya Melano ha spiegato che quando i prodotti vengono riconfezionati non si riesce a individuare il Paese d'origine. Quindi far rispettare l'embargo diventa piuttosto complicato.

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