HM.Clause, fari puntati sulla filiera del finocchio

Un focus a Paestum per evidenziare nuove opportunità di mercato del prodotto

HM.Clause, fari puntati sulla filiera del finocchio
Una giornata di studio dedicata alla filiera del finocchio. E’ quella organizzata venerdì 26 maggio a Paestum (in provincia di Salerno) da HM.Clause Italia per analizzare i problemi e le difficoltà degli operatori del settore, in un contesto che evolve con grande rapidità. Obiettivo, fornire soluzioni adeguate e presentare l'innovazione di Clause, a cominciare dalla ultimissima varietà  Michelangelo e gli altri prodotti di ultima generazione.

Di questa filiera, in generale, c'è scarsa conoscenza. Al di là degli ettari investiti (quasi 21mila in Italia, primo produttore al mondo), ancora poco si conosce, infatti, in termini economici e di consumi, dal punto di vista della segmentazione di mercato e del vissuto e percepito da parte dei consumatori. Per un prodotto - italiano per tradizione, coltivazione e anche consumi - dalle incredibili potenzialità, anche all’estero.



Non a caso a Paestum è stato invitato Roberto Della Casa, docente di Marketing dei prodotti agroalimentari dell’Università di Bologna e managing director di Agroter, che ha presentato in anteprima i risultati di una ricerca sul finocchio, che sarà anche oggetto di un focus il prossimo 21 giugno a Firenze in occasione di Think Fresh, evento al quale HM.Clause aderisce come partner.

Molti gli spunti offerti dalla presentazione di Della Casa, a cominciare dall’indice di penetrazione sul mercato di questo ortaggio che, da settembre ad aprile, è tra i primi acquistati nei supermercati, a volumi e a valore. Il finocchio vale il 4% a valore delle vendite orticole della Gdo, ma da gennaio a marzo e da ottobre a dicembre arriva al 6-7%.



Non solo, se le vendite a peso imposto di un supermercato valgono il 39% a valore, per il finocchio raggiungono il 4%. Ci sono dunque ampi margini per fare crescere le vendite: ma il prodotto va venduto confezionato.
Dai risultati esposti emerge che, nell'arco di sei mesi, il 40% dei consumatori italiani ha acquistato finocchi tutte le settimane e il 30% ogni 15 giorni. Altro aspetto evidenziato da Della Casa, le numerose possibilità di utilizzo: in insalata e da pinzimonio, gratinato o al forno, in padella, al vapore, come vellutata, fino ai centrifugati; e, se la destinazione d’uso fosse spiegata nel packaging, ancora meglio.



E’ toccato poi a Mauro Gallerani, responsabile sviluppo prodotti Italia di HM.Clause, e a Marco Rinaldi, responsabile sviluppo prodotti area Sud-Ovest, raccontare le peculiarità delle nuove varietà di finocchio, Guttuso, Michelangelo e Tintoretto.

Guttuso è una varietà precoce autunnale, che si distingue per un pomo rotondo di calibro medio-grosso (500-600 grammi lavorato) turgido, bianco e omogeneo anche nei periodi caldi dell’autunno precoce.
Michelangelo, la varietà che probabilmente segnerà un vero e proprio cambio di passo, si può raccogliere in campo a 300 grammi, già tondo, bianco e molto turgido, oppure a 600 grammi, super bianco e molto resistente, mai delicato. Dotato di cicatrice radicale piccolissima ha un’altissima resa nella lavorazione dal grezzo al prodotto finito, fino al 10-15% in più.
I vantaggi del Tintoretto, vero tardivo sarnese, sono l’elevata omogeneità in un momento di calo dei consumi (maggio-giugno), quando si perde in qualità: molto omogeneo con forma rotonda e calibro medio-grosso (550-600 g) apporta la turgescenza e la colorazione bianca tipica dell’inverno.

Insomma, una giornata di confronto che, per Cristiano Guerresi, direttore generale di HM.Clause Italia, rappresenta il modo giusto per “crescere insieme”, ditta sementiera e clienti. Perché anche per i finocchi - frutto di ricerche genetiche finalizzate a soddisfare le esigenze della filiera, da chi produce, a chi commercializza, fino a chi consuma – si può parlare di tecnologia avanzata.

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