Un Atlante del cibo per Torino

Presentato ieri, punta a sostenere le politiche legate al food. I numeri dell'ortofrutta

Un Atlante del cibo per Torino
Produrre nuova conoscenza e aggregare quella già esistente sul sistema alimentare metropolitano, ma anche analizzare, "mappare" e comunicare il sistema del cibo, proponendosi come strumento "partecipato" di indagine a sostegno delle future politiche legate al food: questo l'obiettivo dell'Atlante del cibo di Torino, presentato ieri nella città piemontese alla presenza del rettore dell'Università, Gianmaria Ajani e di amministratori del capoluogo.

L'Atlante, si configura come una grande banca dati comprendente 37 mappe interattive e punta a sviluppare il sistema alimentare territoriale all'insegna della tutela della salute e dell'ambiente. Un progetto unico nel suo genere che unisce le forze dell'Università, del Politecnico e di Scienze Gastronomiche, insieme alla Camera di Commercio, per fare di Torino una capitale del "consumo" consapevole sulla scia degli input di Expo 2015. E' l'inizio di un cammino di ricerca pluriennale da cui si potrà attingere ogni qual volta si renderà necessario elaborare nuovi modelli o dar vita a progetti innovativi, evitando il rischio di sovrapposizioni.

I dati presentati ieri evidenziano che nel Torinese, su un'area da oltre un milione e mezzo di abitanti, si consumano ogni anno 1.600 tonnellate di cibo, di cui oltre un terzo, 600 tonnellate, prodotti ortofrutticoli; a seguire cereali e derivati (400),  prodotti lattiero-caseari (300), carne (200) e  pesce (65). 

A Torino si contano 42 mercati alimentari in cui confluiscono i prodotti di 300 agricoltori provenienti da un raggio d'azione di 50-70 chilometri. Quanto agli scarti, ogni torinese produce circa 110 chili di rifiuti organici ogni anno, dei quali circa la metà finisce nel circuito della differenziata.

Cresce la richiesta di biologico ma la superficie dedicata è ancora esigua (0,88% di quella agricola totale). "L'Atlante - è stato spiegato ieri durante la presentazione - è un tassello importante per una città che vuole valorizzare il territorio e dare consapevolezza delle sue potenzialità proponendo un cibo etico e di qualità disponibile a tutti".

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