Crea presenta i risultati del progetto Terravita

Crea presenta i risultati del progetto Terravita
A tavola oggi, non si mangia soltanto, ma si gustano territori e culture, si tutela la salute e si aiuta l’ambiente. Il progetto Terravita, coordinato dal Crea con il suo Centro di ricerca alimenti e nutrizione e finanziato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, ha inteso valorizzare prodotti agroalimentari da aree di particolare sensibilità ambientale come parchi e aree naturali e montane, attraverso un innovativo approccio multidisciplinare che coniuga biodiversità, territorio e nutrizione. Proprio per garantire il più ampio ventaglio di competenze hanno partecipato oltre al Crea (Centri ricerca di cerealicoltura e politiche e bioeconomia), le Università di Bologna (Dipartimento scienze mediche e veterinarie), Palermo (Dipartimento di Energia, Ingegneria dell’Informazione e Modelli Matematici), Tuscia (Dipartimento di scienze ecologiche e biologiche), Sapienza (Laboratori Irs del Dipartimento di fisica). Senza dimenticare, poi, il contributo di associazioni, aziende agricole, consorzi, enti locali.

I risultati saranno presentati oggi a partire dalle 9 a Roma, presso il Centro congressi Cavour. I prodotti selezionati sono stati studiati sotto tre profili: quello nutrizionale, ossia la composizione chimico-nutrizionale e le potenzialità salutistiche per il consumatore; quello economico, cioè la verifica della sostenibilità economica di talune attività agricole; e infine, quello ambientale, ovvero la valutazione dell’impatto energetico-ambientale di alcune tipologie di prodotti presi come modelli sperimentali.

Nell’ambito del progetto sono state studiate alcune materie prime e prodotti finiti provenienti da varie aree geografiche italiane, caratterizzate da un forte legame con il territorio di provenienza.
Per i prodotti ortofrutticoli sono state studiate le peculiarità nutrizionali e salutistiche, strettamente legate alle condizioni agronomiche e pedoclimatiche di produzione.

Per la valorizzazione di leguminose tradizionali ed ecotipi locali sono stati individuati specifici marcatori di qualità nutrizionale e tecnologica. Per i prodotti olivicoli, lo studio è stato finalizzato alla caratterizzazione e valorizzazione di oli monovarietali di pregio, prodotti da cultivar di olivo minori, valutando l’influenza di alcuni fattori esterni e tecnologici sulle potenzialità qualitative espresse dalle cultivar, con particolare attenzione alla presenza di composti fenolici.

Per i prodotti cerealicoli, oltre allo studio chimico-tecnologico e nutrizionale di frumento, mais, orzo, riso, pane e pasta, sono state definite le proprietà tecnologiche e nutrizionali di antiche varietà locali siciliane.
Per i prodotti lattiero caseari, oltre agli aspetti chimici ed alla caratterizzazione nutrizionale di formaggi tipici del territorio, sono stati studiati aspetti produttivi e di salubrità del latte e dei formaggi derivati, legati all’alimentazione degli animali.

Per caratterizzare alcuni prodotti di particolare pregio, considerati espressione delle biodiversità regionale, quali le pere San Giovanni, il frumento Solina e Ruscia, gli oli extravergine di oliva monovarietali, sono state effettuate anche indagini molecolari.

Il pane di Monreale e la provola delle Madonie sono stati scelti come modelli sperimentali per lo studio dell’impronta energetico-ambientale, della sostenibilità socio-economica e della caratterizzazione chimico-nutrizionale.

Inoltre, una specifica linea di ricerca è stata focalizzata sull’analisi delle evoluzioni demografiche, economiche e produttive e nel contempo sugli effetti dell’alimentazione su un gruppo di residenti in alcuni comuni del Parco nazionale della Majella.

“I risultati ottenuti da Terravita – afferma Angela Polito, la ricercatrice Crea che ha coordinato il progetto – oltre a costituire nuove conoscenze scientifiche sulle varietà di specie vegetali e animali autoctone, in aree di interesse ambientale, e sui loro potenziali effetti salutistici, sono indicazioni strategiche per migliorare la competitività delle produzioni locali, caratterizzandole grazie alle loro qualità e peculiarità, nonché alla loro eco-sostenibilità, con indubbi vantaggi di tipo economico e sociale per il territorio da cui oggi, invece, rischiano di scomparire”.

Fonte: Ufficio stampa Crea