Fragole, il frutto dell'integrazione

Profughi impiegati nella raccolta in un'azienda di Cesena

Fragole, il frutto dell'integrazione
Said è un rifugiato politico pakistano, Dauda è arrivato in Italia dalla Guinea. Entrambi dopo la traversata del Mediterraneo su un barcone sono approdati nel nostro Paese in cerca di una vita normale. E in Romagna, per la precisione a Cesena, hanno trovato prima chi li ha accolti e poi anche chi ha dato loro un'occasione per lavorare.

Come ha scritto nei giorni scorsi il quotidiano Corriere Romagna, l'azienda Superfruit di Cesena si è impegnata per coinvolgere tre richiedenti asilo - ospiti in un hub temporaneo della zona - nella raccolta delle fragole.

"Era quasi una sfida: volevo tastare la buona volontà di queste persone e sono partito decendo a me stesso che avrei fatto loro un'offerta per un paio di settimane, non di più", ha raccontato il titolare dell'impresa, Mirko Zoffoli, al giornale romagnolo. "Le loro storie mi hanno fatto fare un bagno di umiltà e una grande presa di coscienza. Sono più concreto e più contento, ho capito che non c'è del marcio in questa gente, sono persone sensibili, umane, con grande voglia di riscatto".

E parlando del futuro della fragolicoltura, Zoffoli dice: "La convinzione è che le fragole non diano reddito, invece le possibilità ci sono, anche sul fronte delle esportazioni e della grande distribuzione organizzata. E non è vero che non si trova il personale. Io oggi ottengo grandi risultati grazie anche a questi collaboratori che rappresentano, con me, le colonne dell'azienda".

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