Apo Conerpo cresce e aggrega otto nuove cooperative

Fatturato del fresco su dell'8%, new entry e investimenti per lo sviluppo

Apo Conerpo cresce e aggrega otto nuove cooperative
Non si ferma la crescita di Apo Conerpo. Il gruppo bolognese, leader in Europa nella produzione e commercializzazione di ortofrutta fresca e trasformata, ha infatti chiuso il 2016 con un fatturato record di 716 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto ai 703 milioni del 2015. Nel dettaglio, sono state commercializzate più di 1,14 milioni di tonnellate di frutta e verdure - a partire da 1,1 milioni di conferimenti - registrando una crescita a volume del 6% sul 2015. Particolarmente positiva è stata la dinamica del commercio nella grande distribuzione italiana, a cui il gruppo bolognese ha destinato più di 216mila tonnellate (+17%) per un valore di oltre 161 milioni di euro (+16%). L'esportazione ha mosso circa 130 milioni di euro (+5%) con oltre 134mila tonnellate; il mercato tradizionale 83,5 milioni (-3%) con piu 126mila tonnellate, mentre il canale dell'industria di trasformazione ha generato vendite per 92 milioni di euro con 663mila tonnellate. Infine il business del trasformato, da solo, ha raggiunto 250 milioni di euro.

Nel 2016, la superficie coltivata dai seimila soci è rimasta sostanzialmente stabile e superiore ai 30.600 ettari, con una leggera flessione degli investimenti per le orticole (13.544 ettari) e un lieve aumento per le specie frutticole (17.103 ettari). Per molti prodotti Apo Conerpo costituisce il gruppo di riferimento a livello italiano esprimendo quasi il 27% dell'intera superficie nazionale investita a piselli, il 20% di quella coltivata a pere, il 15% per i kaki, il 10% per il kiwi, il 9% per le nettarine e per le susine.




La crescita del giro d'affari è stata sostenuta in parte dall'ingresso nel gruppo di otto nuove cooperative, di cui cinque del Sud Italia. Si tratta delle cooperative La Primavera di Zevio (Verona), leader nelle produzioni biologiche da consumo fresco, Agricoop Bio di Avola (Siracusa), specializzata nella produzione di limoni, Agrifutur di Caserta, ottima produttrice di pesche e meloni ma soprattutto di fragole, Piano Stella (Caltanissetta), dove si concentra la produzione del peperone Cornelio, le cooperative Valli Dell'Appenino Tosco Romagnolo di Cesena e Selvello di Roccastrada (Grosseto), specializzate nella produzione di frutta biologica per la trasformazione, Agri Bio L'Arcobaleno di Agrigento che produce agrumi, e Kore di Marsala (Trapani) che sta sviluppando la produzione di melograno.

"Il bilancio 2016 presenta dati senza dubbio positivi, ottenuti anche grazie alla stagione abbastanza calda, che ha favorito il collocamento di pesche, nettarine e albicocche, pur con rese inferiori agli anni precedenti, e nonostante il perdurare del blocco delle esportazioni sul mercato russo, che non ha certo facilitato la commercializzazione dei prodotti a maturazione autunnale alla luce della forte concorrenza di altri produttori europei indirizzatisi con la loro offerta su altri Paesi dell'Unione europea per compensare la chiusura della Russia", ha detto Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo durante la conferenza stampa organizzata venerdì scorso nella sede del gruppo, a Villanova di Castenaso (Bologna), per la presentazione dei risultati dell'anno 2016.



"I dati 2016 - ha aggiunto Gabriele Chiesa, direttore generale - evidenziano un incremento del 3,8% delle quantità commercializzate di ortofrutta destinata al consumo fresco e un aumento del fatturato del 7,7%, possibile grazie ad una crescita del prezzo medio di vendita dei prodotti, risultato ottenuto anche in virtù dell'efficace lavoro svolto dalle nostre cinque filiali che hanno collocato i prodotti sui mercati a maggior valore aggiunto. Meno soddisfacente invece il collocamento del pomodoro da industria e di altre orticole come le cipolle, che hanno spuntato quotazioni inferiori all'anno precedente".

"Nel comparto del pomodoro da industria - ha voluto sottolineare Vernocchi - abbiamo coperto tutti i mancati incassi ai soci di Ferrara Food per circa 3 milioni di euro".


Da sinistra Roberto Cera, Davide Vernocchi e Gabriele Chiesa

L'aumento del fatturato e l'ulteriore riduzione delle spese generali ha contribuito a generare un un utile netto, pari a euro 77.215 euro, che verrà destinato a riserva, rafforzando ulteriormente il patrimonio aziendale, superiore ai 26,7 milioni di euro. "La solidità patrimoniale - hanno proseguito Vernocchi e Chiesa - è fondamentale per affrontare i nuovi investimenti per lo sviluppo e mantenere i programmi di supporto delle filiali del fresco e del trasformato, delle cooperative socie e delle società strumentali. Complessivamente, gli investimenti strutturali hanno raggiunto i 31,2 milioni di euro all'interno dei quali le partecipazioni nelle società del gruppo ammontano a 29,1 milioni".



"Nell'esecutivo annuale 2016 - ha aggiunto il vicepresidente Roberto Cera - abbiamo rendicontato per conto dei nostri associati investimenti per oltre 42,4 milioni di euro, così suddivisi: circa 14,9 milioni di euro indirizzati al miglioramento della qualità dei prodotti, 7,8 milioni per la pianificazione della produzione e dell'offerta, oltre 7,7 milioni per le misure ambientali, più di 4,1 milioni indirizzati all'incremento del valore commerciale dei prodotti, 3,8 milioni per la promozione dei prodotti freschi e trasformati, quasi 3,5 milioni per la prevenzione e la gestione delle crisi".

Nel prossimo quinquennio l'attività di Apo Conerpo si concentrerà in particolare su sette campi d'azione: il supporto alla ricerca e sperimentazione, che secondo il gruppo andrebbe sostenuta anche a livello pubblico, per migliorare la qualità delle produzioni ed aumentare la difesa dalle fitopatie, con particolare riguardo ad alcune emergenze come Psa, moscerino della frutta o Drosophila suzuki e cimice asiatica; l'innovazione di prodotto; il supporto - anche finanziario - alle cooperative socie per l'ammodernamento degli impianti di conservazione e lavorazione dei prodotti ortofrutticoli (a breve saranno inaugurati nuovi impianti per il kiwi giallo e le pere, ndr); l'ulteriore sviluppo delle produzioni a destinazione industriale; il continuo sviluppo dell'aggregazione; la promozione e valorizzazione dei prodotti dei soci, con la prosecuzione del progetto Fruit24! e con azioni mirate di supporto alle vendite in stretta collaborazione con le proprie filiali, puntando all'affermazione dei marchi del gruppo anche per il prodotto fresco e sviluppando concrete sinergie con Conserve Italia per i trasformati; e l'internazionalizzazione delle vendite, cercando di rimuovere i vari ostacoli che in alcuni Paesi impediscono l'ingresso ai prodotti dei nostri soci e creando quindi le condizioni per aprire e creare nuovi mercati.



Nell'ambito della ricerca e sperimentazione, continuerà a giocare un ruolo di primo piano New Plant, la società costituita nel 2002 per sviluppare il miglioramento genetico ed incentivare il rinnovamento varietale. "Finora - rilevano Vernocchi e Chiesa - sono state valutate oltre 1.630 selezioni e 3.900 semenzali, di cui circa 30 proposte ai produttori per la coltivazione. Negli ultimi anni, più del 70% delle nuove varietà introdotte negli impianti di pesco e susino è rappresentato da cultivar studiate dai nostri Comitati tecnici in ambito New Plant; percentuale che supera il 90% prendendo in considerazione anche le pomacee, l'albicocco, il ciliegio, l'actinidia e le colture industriali. Da segnalare - concludono - che la nuova pera a buccia rossa Falstaff è in fase di diffusione affidata in esclusiva al gruppo e alle altre due Op socie di New Plant e per la fine del 2017 sono previsti investimenti su oltre 75 ettari".

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