Tutti in piazza contro il Ceta

Alla mobilitazione Coldiretti. Martina e Agrinsieme però salvano l'accordo

Tutti in piazza contro il Ceta
“E’ nata una alleanza trasversale per difendere il Made in Italy di allevatori, agricoltori, consumatori, sindacalisti, ambientalisti, rappresentanti della società civile che sono giunti da diverse parti d'Italia a Roma per manifestare insieme a sindaci, assessori, presidenti di Regioni e parlamentari di tutti gli schieramenti politici”, ha affermato ieri  il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, in occasione della manifestazione di protesta organizzata in piazza Montecitorio a Roma contro il trattato di libero scambio con il Canada (Ceta), che ha riunito circa quattromila produttori.

L’iniziativa è stata promossa da Coldiretti insieme ad altre organizzazioni (Cgil, Arci, Adusbef, Acli Terra, Fair Watch, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori) che, nel giorno di discussione in Parlamento della ratifica del trattato, hanno chiesto di procedere senza fretta a una discussione approfondita prima di assumere una decisione di ratifica che porterebbe a un'indiscriminata liberalizzazione degli scambi.

Moncalvo ha annunciato la mobilitazione permanente per fare pressing anche con email bombing e tweetstorm sui parlamentari che dovranno votare sulla ratifica del trattato nelle prossime settimane al Senato e alla Camera. “Un’iniziativa di sollecitazione delle forze politiche e di trasparenza - ha sottolineato - per far conoscere agli italiani i comportamenti di voto dei singoli parlamentari del loro territorio su un tema destinato ad avere un pesante impatto economia, lavoro, salute e ambiente”.

Ma il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, da Pistoia ha lanciato un messaggio di apertura. “Dobbiamo guardare all'accordo commerciale con il Canada come a un punto di partenza, un'opportunità - ha detto - E' giusto discuterne, alzare l'attenzione, monitorare la situazione, affrontare tutti i nodi che possono emergere, ma abbiamo bisogno di buoni accordi, che ci aiutino a difendere meglio le nostre produzioni di qualità in quei mercati e che garantiscano una partnership non solo commerciale, ma appunto di relazioni più solide, anche tra Europa e Canada”. Così da Pistoia Maurizio Martina, ha commentato

“Vedo nel Ceta la possibilità di iniziare a fare un lavoro serio di maggiore tutela delle nostre produzioni in quei mercati – ha continuato il ministro - Domani, con gli strumenti che l'accordo prevede, le protezioni a tutela delle nostre qualità saranno superiori e quindi penso che sia un passo necessario, va discusso, però io sono per guardare alla possibilità che si apre con questi accordi".

Agrinsieme: opportunità commerciali per le aziende italiane
“L’accordo di libero scambio tra l’Europa e il Canada spalanca reali e interessanti opportunità commerciali alle aziende italiane che operano nell’agroalimentare e consente a migliaia di produttori di latte, vino, ortofrutta, olio e altre eccellenze di riuscire, attraverso cooperative e strutture aggregate, a creare un importante valore aggiunto alle loro produzioni proprio grazie alle vendite sul mercato canadese”. Lo ha dichiarato Giorgio Mercuri a nome di Agrinsieme, il coordinamento composto dall’Alleanza delle cooperative agroalimentari e dalle organizzazioni professionali Cia, Confagricoltura, Copagri che rappresenta oltre due terzi delle aziende agricole operanti nel Paese, il 60% del valore della produzione agricola e più del 30% del valore dell’agroalimentare italiano.

“Con il calo dei consumi interni – ha spiegato Mercuri – l’apertura di nuovi mercati rappresenta una priorità imprescindibile per l’agroalimentare italiano. È impensabile difendere la nostra agricoltura arroccandoci nei nostri confini nazionali o europei, con posizioni di chiusura o di protezionismo. Le nostre aziende fanno reddito anche e soprattutto quando riescono a commercializzare le proprie eccellenze in paesi che hanno un numero di abitanti in continua crescita (Cina e Sud-Est asiatico) o un grande potere di acquisto, come appunto il Canada, paese che vanta uno dei più alti redditi pro capite al mondo”.

“L’accordo che l’Europa ha siglato, dopo ben sette anni di negoziato, non ha visto alcun cedimento da parte dell’Ue sulle nostre regole di sicurezza alimentare - ha precisato Mercuri - È assolutamente infondato pensare che, all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo, nel nostro paese potranno essere commercializzati alimenti come la carne agli ormoni o prodotti con Ogm”.

Per quanto riguarda poi le importazioni del grano, come di tutti gli altri prodotti agroalimentari provenienti dal Canada, “siamo sicuri che verrà prestata la massima attenzione da parte degli organi di controllo proposti dallo Stato, al rispetto degli standard qualitativi e dei processi di lavorazione al fine di garantire la massima reciprocità – ha concluso Mercuri - Non abbiamo motivi di pensare che le nostre Istituzioni non mantengano quale obiettivo imprescindibile la salvaguardia delle produzioni agricole e agroalimentari Made in Italy”.

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