Troppi pesticidi dall'Asia, la Svizzera corre ai ripari

Quasi un terzo dei campioni di verdure sopra i limiti: linea dura, anche con gli importatori

Troppi pesticidi dall'Asia, la Svizzera corre ai ripari
Quasi un terzo dei campioni di verdure asiatiche controllati alle frontiere contiene troppi pesticidi. E la Svizzera si allarma. I controlli effettuati nel 2016 dal’Ufficio federale della sicurezza alimentare e veterinaria (Usav) hanno evidenziato numerose criticità soprattutto nei prodotti provenienti da Thailandia e Vietnam, come il coriandolo e il peperoncino.

Come emerge dal rapporto annuale, su 40 campioni analizzati lo scorso anno dal laboratorio cantonale di Zurigo 12 - ovvero il 30% - superavano i valori di tolleranza: 11 per residui di pesticidi e uno a causa del tenore di nitrato. Sei dei prodotti importati contenevano complessivamente 17 pesticidi in concentrazioni vietate.

I prodotti provengono dagli aeroporti di Zurigo e Ginevra. Due campioni - foglie di coriandolo e peperoncini dal Vietnam - mostravano addirittura la presenza di residui in quantità tali da mettere a rischio la salute. I prodotti dal Vietnam presentavano complessivamente i valori di contestazione più elevati (37%), seguiti da quelli dalla Thailandia (21%).

Un'ulteriore analisi svolta dal laboratorio cantonale di Berna ha confermato il quadro. In questo caso 13 (32%) dei 41 prodotti esaminati hanno superato i valori di tolleranza in pesticidi. Due campioni di peperoncini dal Vietnam e dalla Thailandia come pure uno di basilico dal Vietnam contenevano tra otto e undici residui diversi di pesticidi. Analoghi problemi, con dati altrettanto allarmanti, erano emersi anche negli anni scorsi, dal 2012 al 2015

La situazione non è migliorata, e la Svizzera scopra la paura degli ortaggi provenienti dall’Asia. Tanto da essere costretta ad ammettere che “l'autocontrollo è ancora insufficiente”. L’Usav intende risolvere il problema attuando “misure rigorose” nei confronti degli importatori:  le merci oggetto di ripetute contestazioni vengono sequestrate preventivamente fino a quando analisi di laboratorio non dimostrano la conformità alla legge. E in caso di residui pericolosi per la salute, parte una denuncia. Usav sta inoltre valutando di  inasprire i controlli in linea con quanto farà l’Unione Europa a partire dal maggio del prossimo anno. Colpa di alcuni produttori asiatici, certo. Ma anche di (troppi) operatori elvetici senza scrupoli.

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