Passerà un'altra estate

Perché tutto quello che l’ortofrutta tocca diventa oro. A vantaggio degli altri

Passerà un'altra estate
Organizzazione, aggregazione, programmazione. E poi innovazione, qualità, sicurezza, promozione. Parole che si “srotolano” come in un cruciverba da risolvere in riva al mare, anche se poi il settore ortofrutticolo, il più delle volte, qualche casella la lascia vuota.

Quella del 2017 passerà alla storia come una delle estati più torride degli ultimi anni. Torrida e amara, a vedere i consumi di frutta estiva che, in teoria, dovrebbero essere spinti proprio dalle alte temperature: pesche o nettarine, angurie o meloni? Non fa differenza, la crisi è diffusa. Materie prime selezionate? Non basta. Legame con il territorio? Non risolve. E la spinta salutistica? Non è decisiva.

Tutte parole che, però, sono leve sulle quali possono contare altri comparti dell’alimentare. Sempre per rimanere in “modalità balneare”, basta leggere il bilancio di mezza estate dell’Osservatorio Sigep (il salone internazionale della gelateria e dei dolci organizzato a Rimini) che parla di una crescita dei consumi nazionali del gelato artigianale vicina al 10%. E questo grazie, ma non solo, a una stagione particolarmente afosa.



Il ritorno alla buona tradizione italiana è il messaggio di Sergio Colalucci, Maestro di fama internazionale, campione del mondo a Sigep 2006: “Il mercato ha fame di un gelato fatto bene, naturale e salutare, che rispetti, per esempio, le intolleranze alimentari. Il che non significa cercare gusti strani, ma di qualità e a base di prodotti sicuri. La nostra produzione è fatta in gran parte dai classici ma sono in netta crescita i gusti senza, dal senza latte e derivati di latte al senza uova, con ingredienti di origine vegetale, anche per la loro maggiore digeribilità”.

Ma va forte anche il gelato al gusto di territorio: “Il binomio oggi vincente nel mercato è artigianalità/territorialità, è mettere su un cono un pezzetto della propria storia e della propria terra”, spiega Sergio Dondoli, del comitato organizzatore della Coppa del mondo della Gelateria, premiato dal presidente Mattarella quale Maestro d’Arte e Mestiere.

Oltre il danno la beffa
Quel che fa sorridere (ma è un riso amaro) è che il gran caldo stimola a creare gusti sempre più legati al mare, alla natura, alle destinazioni esotiche. E allora aumenta l'utilizzo di lime, zenzero, menta, cocco, frutto della passione, mango. “Roba” nostra, insomma.

Non solo. Per la torrida estate 2017 il Maestro Roberto Rinaldini da Rimini propone “Affresco”, la granita a base di concentrato di frutta fresca (70%) e interamente naturale. In quattro gusti innovativi che prendono a mani basse dai nostri campi: Michelangelo (fragola al profumo di vaniglia), Raffaello (melone, mango al profumo di arancia), Leonardo (limone, lime al profumo di menta) e Caravaggio (frutto della passione e pesca al profumo di fave di tonka).

In definitiva, il sistema del gelato artigianale punta su materia prima e competenza. “Il cono venduto in gelateria – dice Giancarlo Timballo, presidente della Coppa del mondo della Gelateria - è l’ultimo anello di una catena qualitativa completamente coinvolta. Il sapere, le tecnologie, gli ingredienti, il servizio: tutto è dentro a questa logica. La nostra cultura professionale è molto elevata, la domanda del consumatore è sempre più consapevole e per stare sul mercato è necessario alzare costantemente il livello”. Che coincidenza, proprio come dicono i nostri frutticoltori.

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