Crisi nera per la pesca Veronese, interrogazione all'Ue

In Veneto si espianta e l'europarlamentare Fontana chiede interventi a tutela dei produttori

Crisi nera per la pesca Veronese, interrogazione all'Ue
E' crisi nera per la pesca, anche nel Veronese. I produttori, esasperati, espiantano (ma non tutti) e proprio dalla città veneta parte, sollecitata dalle associazioni di categoria agricole, Confagri in primis, un'interrogazione alla Commissione europea per supportare il settore e riequilibrare i ricavi della filiera. "Offerta superiore alla domanda, varietà non sempre adatte, scarsa concentrazione commerciale del prodotto e forte concorrenza estera stanno mettendo in ginocchio la peschicoltura veronese, già fiaccata da anni di vacche magre", la denuncia al quotidiano "L'Arena" di Giorgio Vicentini, presidente del Consorzio ortofrutticolo di Valeggio e della Coldiretti dello stesso Comune, che con Villafranca è tra le capitali della peschicoltura veronese. "Abbiamo toccato il fondo, non c'è più redditività per noi produttori". Nella sua azienda Vicentini è però andato controcorrente: ha ampliato la coltivazione della pesca dedicandole anche il terreno lasciato libero dal kiwi, flagellato da Psa e "moria". "Non dobbiamo piangerci addosso", sottolinea". "Dobbiamo puntare su capacità commerciali e marketing. Si può fare costituendo un unico polo e cancellando i cinque-sei mercati alla produzione esistenti nel Veronese, troppi per essere competitivi".


Op Scaligera di Zevio, invece, ha modificato la produzione, dedicandosi a serre con fragole, meloni, cetrioli, zucchine, insalata, peperoni e altri ortaggi. "I nostri soci hanno estirpato quasi tutte le piante di pesco", ha detto a L'Arena il presidente Luigi Noro. "L'attuale crisi è attribuita alla concorrenza spagnola, in realtà le cause sono anche altre, non facilmente individuabili".   

Per Fausto Bertaiola, presidente di presidente di Confcooperative Verona, Aop Veneto e  Op Cop è soprattutto un problema di aggregazione: "In Veneto le Op associano solo il 30% dei produttori, quindi non riescono a stipulare contratti importanti con importatori esteri e grande distribuzione". E poi punta il dito sulla Regione, "che ha ha abbandonato la ricerca: il risultato è che sono esplose fitopatie come sharka e monilia, in più si sono fatte scelte varietali inadatte al nostro clima, con risvolti negativi sulla qualità dei frutti. Le Op stanno ora cercando di rimediare con progetti pilota che individuino le giuste varietà per il nostro ambiente".

I dati elaborati dalla Camera di commercio di Verona indicano che tra il 2000 e il 2016 la produzione provinciale di pesche e nettarine si è più che dimezzata. Nel 2000 il raccolto era di 1,1 milioni di quintali, lo scorso anno di 516mila quintali. Ancora peggio la superficie (oggi 2.340 ettari), che si è ridotta a un terzo.



Da queste premesse parte l'interrogazione alla Commissione europea dell'europarlamentare e vicesegretario federale della Lega Nord Lorenzo Fontana: "Il settore dell'ortofrutta è schiacciato dalla concorrenza sleale interna all'Ue, dallo strapotere della grande distribuzione e dalle sanzioni alla Russia, appena confermate; è necessario tutelare le nostre piccole e medie imprese", sottolinea Fontana nel sollecitare una misura di ristoro nell'ambito della nuova Politica agricola comune (Pac) per riequilibrare i ricavi della filiera agricola. "I produttori di ortofrutta del Nord Est - si legge nell'interrogazione - contestano la concorrenza delle importazioni da Grecia e Spagna. L'arrivo di quantità massicce di frutta ha abbattuto i prezzi. Le pesche sono vendute a quotazioni inferiori ai costi di produzione". 

"Le difficoltà rilevate dalle associazioni di categoria e denunciate da Confagricoltura scaligera", scrive Fontana, "sono sempre più gravi e dimostrano che le regole di mercato, anche interno all'Ue, non funzionano". Fontana chiede quindi "quali iniziative intenda adottare l'Unione per evitare fenomeni di concorrenza interna basata sui prezzi al ribasso" e se "Bruxelles rimuoverà le sanzioni alla Russia, che comportano il rinnovo dell'embargo della Federazione per i prodotti agricoli europei". 

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