Mercato civico di Sassari in sofferenza

Mercato civico di Sassari in sofferenza
Otto box abbandonati dopo pochi mesi dall’apertura e ora desolatamente vuoti. Il bar, che fino a pochi mesi fa attirava qualche cliente in più, chiuso dalla polizia amministrativa perché privo di autorizzazioni e il progetto di creare un angolo ristoro come accade ad Alghero e nei mercati di tutte le grandi capitali europee ancora nel cassetto dei sogni. E' questa la descrizione del mercato civico di Sassari fatta dal quotidiano La Nuova Sardegna.

A cinque anni dall’inaugurazione il nuovo mercato civico lancia, attraverso i suoi operatori, un appello al Comune perché non si dimentichi delle promesse fatte e riporti la gente nel centro della città. "L’ultima tegola sulle nostre teste - spiega al quotidiano sardo Roberto Loriga della storica famiglia di macellai - è stata la chiusura del bar che ogni mattina portava qui dentro diverse decine di persone in più. Un giorno è arrivata la polizia amministrativa - racconta il macellaio - e ha detto ai gestori che dovevano chiudere perché il Comune aveva concesso lo spazio senza sapere che il regolamento del mercato non prevede che ci siano tra i banchi attività che somministrano cibi e bevande. Basterebbe cambiarlo quel regolamento - aggiunge Loriga - e riprendere a dare quel servizio che il bar offriva ai cittadini».

Basta fare un giro tra i quaranta box realizzati dall’amministrazione comunale e inaugurati nel 21012 dopo un’attesa di circa vent’anni per rendersi conto che c’è qualcosa che non quadra. "Otto sono stati abbandonati poco tempo dopo l’apertura - spiega ancora Roberto Loriga - e questo crea un danno a tutti gli operatori». Dietro a un coloratissimo banco di frutta e verdura lavora la memoria storica del mercato, Duilio Pinna, 81 anni, 75 dei quali trascorsi a contatto con il pubblico. "Ho iniziato a lavorare a sei anni - racconta il fruttivendolo - perché mio padre era non vedente e allora lo accompagnavo io ogni mattina a comprare la frutta al mercato all’ingrosso. Cosa mi ricordo di quei tempi? Eravamo in 300 - racconta Pinna - e ora guardate in quanti siamo rimasti. Ma se devo dire la verità io non mi lamento, il mercato è questo. Oggi c’è meno movimento perché c’è crisi e la gente crede di risparmiare andando nei supermercati, ma poi quando viene qui si rende conto che non è così. Qui trova prodotti locali e genuini - conclude il commerciante - che nella grande distribuzione non trova".

L’amministrazione comunale ha in mente di trasformare la vecchia struttura riportandola nel cuore e nelle abitudini dei sassaresi. I fondi ci sono già, ma gli operatori del mercato chiedono di fare in fretta perché nel mentre nell’ala nuova si rischia di chiudere.

Fonte: La Nuova Sardegna