Regno Unito, preoccupa l'esodo dei lavoratori Ue

Il monito delle aziende agroalimentari: tutelare i diritti degli europei

Regno Unito, preoccupa l'esodo dei lavoratori Ue
Trentatremila cittadini Ue hanno già lasciato il Regno Unito a seguito del referendum sulla Brexit del giugno 2016. E' quanto ha stabilito l'Ufficio nazionale di statistica (Ons) del Regno Unito, secondo cui si tratta del più grande deflusso di persone dell'ultimo decennio.

Questo esodo desta preoccupazione soprattutto nel settore alimentare britannico, dove oggi lavorano circa un quinto dei due milioni di cittadini comunitari che trovano impiego nel Regno Unito.

Una indagine svolta tra marzo e maggio dalla Food and Drink Federation su 627 imprese agroalimentari, ha evidenziato infatti come il 31% delle aziende abbia perso forza lavoro proveniente dall'Ue a causa dell'incertezza legata alla Brexit. Il 47% del campione analizzato ritiene che i lavoratori Ue considerino il loro futuro compromesso, ma il 36% non riuscirebbe a fare business senza gli europei.

La ricerca ha riguardato anche aziende aderenti alle associazioni ortofrutticole Fresh Produce Consortium e National Farmers Union. "Una riduzione consistente del numero di lavoratori Ue causerebbe effetti preoccupanti - calo dell'offerta e incremento dei prezzi nei supermercati - per l'intera filiera alimentare, dal campo alla tavola", ha detto Andrew Opie, direttore Food e Sostenibilità del British Retail Consortium.

Alla luce di queste risultanze, la richiesta al Governo del comparto agroalimentare è univoca: tutelare i diritti dei cittadini europei per salvaguardare sia il loro futuro che la sostenibilità economica del settore.

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