«I cuochi sbagliano, la frutta va riportata in tavola»

Andy Luotto: «Ingrediente per tanti piatti. E poi è meravigliosa»

«I cuochi sbagliano, la frutta va riportata in tavola»
L'uva da tavola come ingrediente di cucina, di una cucina innovativa e creativa. Un modo per far parlare di questo prodotto e stimolare nuovi impieghi e nuove occasioni di consumo. Domenica sera il cooking show che si è tenuto nella piazza centrale di Canicattì (Agrigento) – in occasione della prima edizione dell'"Uva Fest" – aveva anche questo obiettivo: uva da tavola fresca, dall'Italia Igp alla Red Globe, impiegata in risotti, cous-cous, all'interno di un panettone con gelato al pistacchio di Bronte, oppure al posto dell'uva sultanina nelle celebri sarde a beccafico, e poi preparata a confit (come i pomodori) e abbinata a un tortello ripieno di formaggi siciliani... Insomma, l'uva come il prezzemolo: dappertutto.

Mattatore della serata Andy Luotto, un amico dell'ortofrutta (come dimenticare i suoi spot dei prodotti Solarelli). Come incentivare il consumo di questo frutto simbolo della Sicilia? “Dobbiamo far capire che l'uva da tavola italiana si può trovare per molti mesi l'anno e dobbiamo riportarla con convinzione in tavola – risponde il cuoco e attore – Perché è una frutta meravigliosa: bella, fresca, si può utilizzare in diversi modi... Ne esportiamo tantissima, dobbiamo rimetterla sulle nostre tavole a tutti i costi”.

Luotto è un paladino della tradizione: esalta l'uva Italia Igp di Canicattì, mentre è perplesso sul boom dell'uva senza semi. “A me sembra sbagliato puntare su queste varietà – osserva – un po' come quando hanno iniziato a fare i cocomeri quadrati: non ce n'è bisogno”.

“Il mondo della ristorazione, della cucina, ha un ruolo importante per la valorizzazione e il rilancio dei prodotti ortofrutticoli – prosegue Luotto – Qualche giorno fa ho preparato dei capocolli di maiale con la frutta. E l'uva in cucina, come dimostra questa serata, può e deve essere utilizzata di più: l'uva fresca è un ingrediente straordinario”.

Al ristorante, però, salvo una fetta di ananas e qualche macedonia improvvisata, la frutta non compare nemmeno nel menu. “E questo è sbagliato – rimarca il cuoco e attore – Di chi è la colpa? Dei cuochi, della televisione e della cattiva informazione: la frutta è meravigliosa e va portata in tavola. Capisco il cuoco che vuole fare bella figura con piatti elaborati e originali, ma la frutta può essere sempre proposta come un post dessert, bastano alcuni prodotti già tagliati, pronti per essere mangiati. E non dimentichiamoci, per esempio, la bellezza dell'uva, che già si trovava sulle tavole dell'antica Roma – conclude Andy Luotto – è una meraviglia. Ecco, credo che serva ripartire proprio dalla bellezza di questo frutto”.

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