Siccità, puntare sul riuso dell'acqua in agricoltura

Al Forum di Bari fari accesi su come affrontare i cambiamenti climatici

Siccità, puntare sul riuso dell'acqua in agricoltura
Dopo un'estate caldissima e siccitosa, il tema idrico deve essere all'ordine del giorno. Al Festival dell'acqua che si è tenuto in settimana a Bari si è posto l'accento sul riuso della risorsa idrica in agricoltura. “Di fronte a periodi di carenza d’acqua o di alluvioni – spiega il vicepresidente di Utilitalia Mauro D’Ascenzi – diventa importante ridurre gli sprechi nelle reti e realizzare infrastrutture per la depurazione dell’acqua per riusare l’acqua in agricoltura o nel settore industriale. Per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici ci sono tre regole: bisogna tenere l’acqua quando c’è; non disperderla nella sua distribuzione, dal momento che abbiamo delle perdite di rete che arrivano a circa il 40%; e infine restituire l’acqua alla natura come ce l’ha data. In Italia per fare tutto questo – governo dell’acqua, opere sulle reti, depurazione – occorrono investimenti pari a circa cinque miliardi di euro l’anno; cosa che provocherebbe decine e decine di migliaia di posti di lavoro, oltre naturalmente a sistemare tutta la situazione ambientale”.

A livello comunitario, come spiega a Italiafruit News Roberto Mazzini, coordinatore della Commissione acque reflue di Utilitalia e presidente di Milano Depura, si sta lavorando per la nuova direttiva sul riuso delle acque e la legge italiana verrà presa come esempio. L'obiettivo è differenziare la qualità dell'acqua riutilizzata in base all'impiego finale: irrigazione di verdure per il consumo fresco, di frutteti, impiego nella zootecnica – tanto per rimanere in ambito agricolo – oppure altri utilizzi industriali. “Il tema è uno: l'acqua va riutilizzata – rimarca Mazzini – troviamo più occasioni e modalità per poterlo fare. Non ci possiamo più permettere di buttare a mare acqua depurata, ma doppiamo prenderla e impiegarla laddove c'è un fabbisogno idrico. Dobbiamo rendere i territori resilienti – conclude – cioè territori con adeguate infrastrutture capaci di intercettare, depurare e stoccare acqua”.

“Le opere idrauliche-  osserva il presidente della Società italiana di meteorologia Luca Mercalli - sono costruite per durare. Le abbiamo sempre progettate guardando al clima del passato, alle statistiche dei periodi precedenti  Oggi dobbiamo pensare in modo molto diverso e immaginare il clima del futuro. Sta cambiando tutto e non è detto che le sorprese saranno sempre positive”.

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