Shopper per l'ortofrutta a pagamento, il no di Confesercenti

Gli specialisti dell'alimentazione: contraddittorio, servono comportamenti virtuosi a monte

Shopper per l'ortofrutta a pagamento, il no di Confesercenti
Shopper a pagamento per frutta e verdura, dopo quello di Confcommercio arriva un altro “no”: a scandirlo sono gli “alimentaristi” della Confesercenti: “Si tratta di un nuovo balzello che graverà sui consumatori e complicherà la vita alle imprese del settore – commenta Gianpaolo Angelotti, presidente della federazione italiana esercenti specialisti dell’alimentazione, una delle componenti confederali – Se da un lato è necessario alzare il livello di impegno per aumentare la consapevolezza dei cittadini sugli impatti che le borse di plastica hanno sull’ambiente dall’altro non si può scaricare sempre i costi sui consumatori e sulle imprese della distribuzione”. 

“Più corretto - prosegue Angellotti - sarebbe una previsione legislativa capace di introdurre comportamenti virtuosi nella fase produttiva, imponendo l’utilizzo di materiali eco compatiìbili già nella fase primaria. Conviviamo allegramente con milioni di produzioni di bottiglie di plastica difficili da smaltire, a tutti i livelli dalle acque alle bibite, senza che nessuno faccia o dica qualcosa e poi si cerca di intervenire sui micro sacchetti… E’una contraddizione di sistema”.

La nuova disciplina, ricordiamo, prevede che a partire dal gennaio 2018 tutte le buste, anche i sacchetti leggeri e ultraleggeri, compresi quelli che si usano per pesare la frutta e la verdura, dovranno essere biodegradabili e compostabili; i sacchetti dovranno essere distribuiti esclusivamente a pagamento con voce distinta sullo scontrino fiscale.

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