Cipolle, Marmocchi: «Bologna docet»

La qualità premia (più del 2016). Ma si sente la concorrenza di Francia, Germania e Austria

Cipolle, Marmocchi: «Bologna docet»
La campagna delle cipolle bianche sta procedendo decisamente meglio dell’anno scorso, anche se sono evidenti grosse discrepanze di prezzo tra un confezionatore e l’altro. Una difformità dovuta principalmente ai differenti livelli qualitativi dell’offerta. E’ questa in estrema sintesi l’opinione di Davide Marmocchi, alla guida dell’omonima azienda di Argenta, specializzata nella lavorazione di patate e cipolle.

“Stiamo lavorando e confezionando le cipolle provenienti da Bologna – dice Marmocchi – Si tratta di bulbi di ottimo calibro, raccolti con un paio di settimane di anticipo rispetto alla norma, subito prima del grande caldo che ha colpito la regione a fine luglio. Sono, pertanto, di un bianco quasi luminoso, senza segni di scottature o quei viraggi di colore verso il giallo/verde che compromettono l’estetica”.



Marmocchi, poi, sottolinea altri due cambiamenti che si stanno manifestando da un anno all’altro. “Per quanto riguarda le pezzature, i gusti sono cambiati – osserva l’imprenditore – Se prima era favorito il calibro centrale (6-8 cm), quest’anno anche il fiorone (il bulbo da 8-10 cm) è molto apprezzato e quotato quasi come il primo. Il che sembra dovuto a una seconda novità. Se fino al 2016 si vendeva l’80% della produzione in sacchi da 5-10 chili e il rimanente 20% in piccole confezioni o sfuso, in questa campagna l’80% del prodotto è venduto sfuso e solo il 20% in piccole confezioni, mentre i sacchi sono praticamente spariti”.



Insomma, i calibri sostenuti si vendono bene sfusi e il cartoncino da 10 chili ha, di fatto, soppiantato i sacchi dello stesso peso.

“Le quotazioni – conclude Marmocchi - subiscono la concorrenza delle cipolle gialle, soprattutto di provenienza francese, tedesca e austriaca, vendute a prezzi per niente alti”.

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