«Rafforzare i rapporti tra Ue e Russia, stoppare l'embargo»

Al forum Eurasiatico di Verona gli interventi di ministri, politici e top manager

«Rafforzare i rapporti tra Ue e Russia, stoppare l'embargo»
I rapporti tra Europa e Russia devono rafforzarsi, è nell’interesse di entrambi: va detto stop, quindi, all’embargo, che tanti danni sta causando anche al settore ortofrutticolo. E’ uno degli spunti emersi ieri nella prima giornata della decima edizione del Forum Eurasiatico in corso a Verona. Oltre mille le aziende italo-eurasiatiche accreditate, in rappresentanza di oltre il 90% dell’interscambio tra le due aree; più di 60 gli speaker tra ministri, politici e top manager delle principali aziende italiane, eurasiatiche ed europee per fare il punto sullo stato delle relazioni e sulle possibilità di business con la grande Eurasia.

“Gli Usa hanno interesse a esacerbare la situazione e ad avere una Russia debole, ma l’interesse dell’Europa è tutto il contrario, la Germania in primis ha bisogno di una Russia prosperosa e florida: dobbiamo assolutamente cercare di fare finire le sanzioni”, ha detto Gerhard Schroeder, ex cancelliere tedesco e presidente del Consiglio di amministrazione di Rosneft. “Gli interessi di Europa e Stati Uniti in Russia – ha proseguito – sono divergenti e devono essere interpretati. Gli Usa pensano che si possa isolare la Russia, ciò non ha senso dal punto di vista politico ed è pericoloso dal punto di vista economico. E la Russia non può tollerare questo isolamento. Quando si arriva ad una rottura politica le conseguenze non sono prevedibili. In queste situazioni l’economia ha il compito di assicurare il dialogo e la politica deve ascoltare”.



E il presidente dell’Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, ha lanciato un ideale allarme: “Oggi, nella previsione di un Pil positivo dell’economia mondiale per il 2017-2018, abbiamo la tentazione di non riflettere sul fatto che questa ripresa è soltanto congiunturale perché la crisi strutturale degli anni precedenti è ancora in agguato e ha una fenomenologia carsica: continua a erodere e a scavare come l’acqua”. Ecco allora che “l’economia mondiale ha bisogno di riforme profonde, capaci di interpretare l’esigenza di uno sviluppo economico-sociale equo, inclusivo e aperto alle nuove frontiere dell’Est e dell’attuale ruolo geopolitico della Grande Eurasia, da Lisbona a Vladivostok e a Singapore. Essa – ha proseguito – deve essere congiunta a una nuova governance internazionale, che dovrebbe scaturire anche da un radicale cambiamento strategico della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale”.

“L’Unione europea deve recuperare autonomia, dividere l’Europa dalla Russia è da parte degli Stati Uniti un errore storicamente incomprensibile”, ha detto il presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli, Romano Prodi. “Non sono per niente soddisfatto dei rapporti che abbiamo con la Russia e l’Eurasia – ha aggiunto l’ex premier -, la Russia ha bisogno di noi e noi di loro, ma nonostante gli interessi comuni la crisi nelle relazioni ha determinato una contrazione della quota degli scambi tra Ue e Unione eurasiatica, passata dall’8,3% del 2012 al 4,8% del 2016. La ripresa di questo semestre impressiona ma c’è molto da lavorare prima di arrivare ai livelli del 2013. Il risultato – ha proseguito Prodi – è che la Russia e l’Eurasia guardano sempre più a Est e bisogna fare attenzione perché se queste tendenze durano a lungo diventano permanenti”.

Dal canto suo il leader russo Vladimir Putin ha espresso l’auspicio che “le proposte e le iniziative elaborate nel corso del Forum siano messe in atto, permettano di scoprire in modo più completo il potenziale unico dell'integrazione eurasiatica e contribuiscano alla realizzazione dell'idea della formazione dello spazio economico e umanitario comune da Lisbona a Vladivostock". Tra gli interventi di ieri al forum anche quello di Maria Elena Boschi, sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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