Chitosani sulle susine per prolungarne la conservazione

I risultati di uno studio condotto in India sulla varietà Santa Rosa

Chitosani sulle susine per prolungarne la conservazione
La scarsa conservabilità è uno dei principali limiti al commercio su larga scala delle susine. Non a caso la varietà Angeleno, che fa dell'ottima conservabilità uno dei punti di forza, è fra le più diffuse in Italia ed in Europa. Per migliorare questa caratteristica sono allo studio diverse tecnologie, e fra le più interessanti si annovera il rivestimento con sostanze commestibili, i chitosani (polisaccaride ricavato dall'esoscheletro di alcuni crostacei).

Uno studio condotto dall'Istituto indiano per la ricerca in agricoltura di Nuova Delhi ha testato l'efficacia del rivestimento con chitosani sulla conservabilità e qualità dei frutti della varietà Santa Rosa. L'esperimento ha previsto l'applicazione del rivestimento al chitosano nella concentrazione del 2% e successivamente i frutti sono stati conservati per 35 giorni alla temperatura di 1 ± 1 gradi ed una umidità relativa pari al 90 ± 5%. Durante il periodo di conservazione sono state effettuate analisi qualitative settimanali per monitorare l'evoluzione della maturazione in cella; queste hanno evidenziato un effetto positivo del rivestimento sul mantenimento della durezza dei frutti, sul ritardo della perdita di peso, e sulla diminuzione dei tassi di respirazione e produzione di etilene. Contestualmente, la produzione di sostanze degradative è significativamente diminuita.

In definitiva, l'applicazione in post raccolta di rivestimenti commestibili a base di chitosano può effettivamente mantenere la qualità e prolungare la durata di conservazione delle susine fino a 35 giorni in condizioni di stoccaggio a bassa temperatura.

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