Glifosato, ipotesi di rinnovo per cinque-sette anni

Oggi la proposta della Commissione europea ai Paesi membri. Le reazioni in Italia

Glifosato, ipotesi di rinnovo per cinque-sette anni
La Commissione europea presenterà oggi ai Paesi membri Ue una proposta di rinnovo di autorizzazione dell'erbicida glifosato della durata tra "i cinque e i sette anni". Lo ha annunciato ieri Margaritis Schinas, capo portavoce dell'Esecutivo Ue nel resoconto sulla riunione settimanale del collegio dei commissari. "Il collegio - ha detto Schinas - ha istruito i rappresentanti della Commissione che parteciperanno al comitato con gli esperti dei paesi Ue a lavorare per cercare il consenso più ampio su una proposta di rinnovo dell'autorizzazione tra cinque e sette anni".

Fino a oggi la Commissione ha sempre dichiarato di voler presentare ai Paesi membri una proposta di rinnovo per 10 anni.

L'Europarlamento ha chiesto una eliminazione graduale dell'uso della sostanza entro il 2022. Il Parlamento europeo ha approvato con 355 voti a favore e 204 contro una risoluzione non vincolante che chiede di non rinnovare la licenza dell'erbicida glifosato, che scade nel prossimo dicembre 2017, e di eliminare gradualmente il commercio e l'utilizzo di tale prodotto entro la fine del 2022. "Il Parlamento ha finalmente chiarito di non volere più il glifosato e ha proposto un periodo di transizione di cinque anni che consentirà ai coltivatori di adeguarsi", dichiara Marco Affronte, europarlamentare del Gruppo dei Verdi, tra i promotori dell'iniziativa.

La Coalizione StopGlifosato, che raccoglie 45 associazioni italiane, non è contenta della risoluzione approvata ieri dal Parlamento europeo. "È una maggioranza che non ha ascoltato le preoccupazioni degli europei, quella che si è espressa ieri a Bruxelles - commenta la portavoce della Coalizione Maria Grazia Mammuccini - La Commissione Ambiente aveva approvato nei giorni scorsi un documento in cui si chiedeva una fase di eliminazione delle scorte, fissata da qui al 2020. Andare oltre questa ipotesi non è accettabile".

Ora la parola passa ai governi che oggi si confrontano al tavolo del Comitato tecnico cibo e alimentazione (Paaf). "Ai ministri Martina e Lorenzin - evidenzia  Mammuccini - che hanno assicurato in questi giorni che la posizione italiana è quella dello stop immediato dell'autorizzazione, chiediamo di far sentire chiara e forte la loro voce, e di salvaguardare gli interessi dei cittadini e dell'agricoltura italiana di qualità".

Secondo la Coldiretti è "necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l'ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada, dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta". Un principio che, continua la Coldiretti, deve essere ben evidenziato anche nell'ambito dell'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (Ceta) dove al contrario si prevede l'azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato.