Sciopero nazionale della logistica, traffico paralizzato

Si temono effetti sugli scaffali dei supermercati

Sciopero nazionale della logistica, traffico paralizzato
Traffico paralizzato nella mattinata di ieri in diversi punti strategici per i trasporti quali porti, interporti, aree industriali e della logistica, mercati ortofrutticoli, a causa dei presidi organizzati dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti per lo sciopero nazionale della logistica, iniziato alle ore 5. La mobilitazione, che terminerà oggi a mezzanotte, riguarda l'intera filiera del trasporto: autisti, facchini, corrieri, agenzie marittime e di spedizioni. Gli operatori, in particolare, chiedono un unico contratto nazionale di lavoro, in grado di garantire i giusti aumenti salariali, regole chiare e diritti precisi, in modo che siano garantite una maggiore legalità e la cessazione dello sfruttamento dei lavoratori, soprattutto nel caso di cambio di appalto.

E' altissima, secondo i sindacati, la percentuale di adesione. Le tre sigle stimano che a livello nazionale lo sciopero stia coinvolgendo circa 800mila lavoratori. Il fatturato della logistica nel Paese è stimato in 40 miliardi di euro. Oltre un terzo dei lavoratori del settore lavora nei magazzini logistici ed il 25% è personale viaggiante. Quasi la metà di tutti questi lavoratori hanno contratti a tempo determinato e atipici, solo il 25% è a tempo indeterminato. "Che il settore sia strategico per il Paese è evidente - fanno sapere Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - Si è consumata la rottura del tavolo di trattativa con le circa 20 associazioni datoriali del settore dopo due anni di confronto, e lo sciopero è stato inevitabile. Non è possibile, come propongono le associazioni datoriali, passare da un contratto nazionale unico di filiera a tanti piccoli contratti nazionali poiché ciò non farebbe altro che confermare un modello al ribasso sui costi del lavoro e sui diritti dei lavoratori, ma anche sulla possibilità di avere un'organica dimensione sociale di produttività e di costi su tutte le diverse articolazioni della filiera: magazzini, trasporto, consegna".

Moltissime le iniziative tenutesi ieri in tutto il Paese. A Roma, Torino, Bologna, Ravenna e Vicenza si sono svolte manifestazioni di protesta sia nelle Prefutture che nelle principali piazze delle città. Altri presidi sono stati realizzati nei porti di Genova, La Spezia, Savona Vado, Venezia, Livorno, Napoli, Salerno, Cagliari, Olbia; negli interporti di Rivalta Scrivia e Arquata Scrivia (Alessandria), Padova, Verona, Bologna, Parma, Maddaloni Marcianise (Caserta), Bari; nelle aree industriali e della logistica di Piacenza, Larizzate (Vercelli), Biandrate e Agognate (Novara), Asti, Cuneo, Campi Bisenzio (Firenze), Siracusa; nei mercati ortofrutticoli di Genova, Napoli, Vittoria (Ragusa) e nelle sedi locali di aziende del settore come Sda a Carpiano (Milano), Amazon a Origgio (Varese), Brt, Dhl, Fercam a Bolzano, Gls, Ups, Tnt. La protesta si estenderà oggi anche a Milano, Firenze e Ancona.

Tra le situazioni più critiche si può citare Verona. Il traffico nel Quadrante Europa è rimasto bloccato per l'intera mattinata e ciò ha causato problemi anche alla circolazione in tangenziale. Ma, più in generale, si teme che lo sciopero possa avere conseguenze negative sugli scaffali di negozi e supermercati, anche perché dalle ore 9 alle 22 di domani (Festa di Ognissanti) vige il divieto di circolazione per i veicoli industriali sopra le 7,5 tonnellate.

Allo sciopero nazionale si aggiunge oggi e domani il fermo dei veicoli industriali in Germania per i due giorni di festa nazionale. Il fermo prevede, come sottolinea un comunicato di Viabilità Italia, divieti di circolazione per i veicoli pesanti fino alle ore 22 e la chiusura degli uffici doganali al confine nelle regioni del Baden-Württemberg e della Baviera e nelle località di frontiera di Svizzera e Austria. I disagi potranno prolungarsi fino alla mattina del 2 novembre, quando ripartiranno i camion al termine del divieto.

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