Futurpera, un «trampolino» verso la Cina

L'assessore Caselli anticipa la prossima apertura di Pechino al frutto Made in Italy

Futurpera, un «trampolino» verso la Cina
E’ una fiera di prodotto e di “sistema” quella presentata ieri nella sede della Regione Emilia Romagna, a poco più di una settimana dall’inaugurazione, in programma il 16 novembre a Ferrara. Futurpera è solo alla seconda edizione (la prima si è tenuta nel 2015) ma ha già superato la difficile prova delle riconferme. Doveva innanzitutto dimostrare di non essere una “meteora” e, poi, di poter coinvolgere e rappresentare un comparto che vale 480mila tonnellate di prodotto. Con grandi aspettative per la varietà che più ci contraddistingue nel mondo, l’Abate Fetel, che quest’anno registra un aumento dei volumi del 10%.

Conferme che ieri Futurpera ha messo sul tavolo con un “tutto esaurito” degli spazi espositivi, in aumento rispetto a due anni fa, grazie anche a una potenziata presenza di espositori stranieri.
La ciliegina sulla torta l’ha messa l’assessore all’agricoltura regionale, Simona Caselli: “Voglio darvi un’anteprima per quello che riguarda le barriere fitosanitarie – ha annunciato – Ci occuperemo molto di Cina nei prossimi mesi perché lo stato ha aperto il Dossier pera. Incontreremo le autorità cinesi e lasceremo alcuni rapporti sulla pera, in particolare l’Igp, che ha i disciplinari più idonei all’export, puntando sull’apertura del mercato cinese. La sfida – ha aggiunto l’assessore - è promuovere le proprietà nutrizionali delle pere anche tra le fasce più giovani e Futurpera è uno degli appuntamenti che va certamente in questa direzione”.

Valorizzazione del prodotto, apertura di nuovi mercati e un lavoro comune tra gli attori della filiera: una “ricetta” sulla quale ha insistito anche Gianni Amidei, presidente dell’Oi Pera. L’Organizzazione interprofessionale lavora per valorizzare il patrimonio produttivo, affrontare le problematiche colturali e monitorare i quantitativi, oltre che per migliorare la conservazione del frutto, perché il consumatore possa apprezzarlo nelle sua massima espressione. “In quest’ottica – ha detto Amidei - Futurpera è importante perché rappresenta un altro utile momento di confronto per la filiera, per migliorarci dal punto di vista produttivo e commerciale, grazie anche alla presenza di competitor internazionali”.
 


Stefano Calderoni, presidente della società Futurpera (costituita da Ferrara Fiere e Oi Pera) ha ribadito il  valore dell’aggregazione per la filiera. “Possiamo dire di essere la Capitale mondiale della pera – ha affermato - anche grazie a eventi come Futurpera che ha colto l’attenzione di molti partner stranieri. Nei padiglioni di Ferrara Fiera ospiteremo circa 120 espositori, il 15% dei quali stranieri, perseguendo un obiettivo che abbiamo condiviso con la Regione che ci ha sostenuto per l’internazionalizzazione”.

“Questa manifestazione fieristica – ha aggiunto Filippo Parisini presidente di Ferrara Fiere – è al centro di una zona particolare, una vera e propria agro-valley, vista la vocazione agricola di Ferrara. I numeri che si profilano per questa edizione di Futurpera dimostrano che anche le realtà più piccole possono realizzare grandi eventi, soprattutto se coerenti con l’economia e le esigenze del territorio”.

Albano Bergami, vicepresidente Oi, ha ricordato l’importanza dell’interprofessione, anche per la nascita di realtà commerciali quali Opera e Origine Group che insieme rappresentano il 39% della produzione di pere.
“Futurpera – ha concluso Bergami - non è solo esposizione ma anche convegni, che vogliamo siano un momento concreto di formazione, per la nascita di nuove idee. Per questo motivo, con il Cso Italy, abbiamo organizzato per il 16 e 17 novembre il World Pear Forum. Senza dimenticare che il 15 novembre esperti e tecnici del settore si ritroveranno alla Fondazione Navarra di Ferrara per le dimostrazioni in campo di potatura”.

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