Caos Tari, a pagare di più sono i «fruttivendoli»

Confcommercio: aumento della tassa del 650% in sei anni nonostante il calo dei rifiuti

Caos Tari, a pagare di più sono i «fruttivendoli»
Il "caso" (ma per qualcuno è più che altro un caos) Tari si estende anche alle imprese. E si scopre che i dettaglianti ortofrutticoli sono tra le categorie più colpite e penalizzate. Nei giorni scorsi è balzata all'onore delle cronache la notizia che diversi Comuni italiani avrebbero conteggiato e calcolato la quota variabile della tassa applicandola anche alle pertinenze. Ma a quanto sembra non sono soltanto i privati a pagarne le conseguenze.

Le imprese, sottolinea Confcommercio, sono soggette a un'ingiustificabile, crescente tassazione: i dati relativi alla produzione totale di rifiuti evidenziano un rallentamento. Ma il conto è sempre più salato. Le imprese, insomma, continuano a pagare di più nonostante negli ultimi sei anni la produzione dei rifiuti sia decresciuta. E i Comuni, prosegue la denuncia, addebitano la tassa anche su quelle aree dove sono le imprese stesse a dover provvedere autonomamente allo smaltimento dei rifiuti prodotti, facendosi carico dei relativi costi. Risultato: l’impresa paga al Comune il costo di un servizio che non viene mai erogato. 

Una tassazione crescente che si è riflessa indifferentemente su tutte le principali categorie economiche del terziario con distorsioni eclatanti (rispetto alla media nazionale) per alcune attività. Nonostante la forte riduzione del giro d'affari dovuto alla crisi economica, negli ultimi sei anni, ristoranti e pizzerie hanno registrato un aumento del 480% mentre "ortofrutta" e pescherie addirittura del 650%.

Anche se in termini assoluti, nel 2016, la percentuale di raccolta differenziata si attesta al 52,5% nel 2016 (+5% rispetto al 2015), il Paese rimane in ritardo rispetto agli obiettivi fissati a livello europeo. Dal 2013 al 2016 si sarebbe registrato un risparmio potenziale importante sulla spesa totale Tari che, sommato nell'arco temporale considerato, avrebbe raggiunto circa cinque miliardi di euro.

Per Confesercenti la Tari è una “babele senza controllo”. Nel 2016, sottolinea la confederazione, la spesa media in bar e ristoranti è stata di 1.646 euro l’anno; rispetto al 2015 si registra un aumento dello 0,8%, 12,5 euro l’anno. Le regioni del centro sono quelle dove la spesa è maggiore (1.719 euro l’anno). Le regioni dove la spesa per i rifiuti solidi urbani è più alta sono Liguria (2.453 euro/anno) e Lazio (2.148), ma lungo la Penisola si passa dai 4.802 euro pagati a Venezia ai 607 di Novara.  

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