Pomodoro da industria: obiettivo rese

Il punto di Hm.Clause e le varietà più adatte alla lavorazione

Pomodoro da industria: obiettivo rese
La campagna 2017 del pomodoro da industria a livello nazionale è stata caratterizzata da un calo delle superfici del 6%. Primo paese produttore a livello europeo, l’Italia è tornata al terzo posto nella classifica mondiale dopo Stati Uniti e Cina. E il motivo probabilmente è da ricercare nel prezzo pagato alla produzione, peggiorativo se confrontato con quello del 2016.

“La stagione – spiega a Italiafruit News Gianluca Larenza, responsabile sviluppo aggiunto Italia Hm.Clause – si è complicata soprattutto per il caldo e la siccità di luglio e agosto. In ogni caso, la programmazione a 4,9 milioni di tonnellate è stata rispettata, con una qualità discreta anche se il grado Brix è stato leggermente inferiore. Tutto questo con maggiore impegno delle aziende, in agosto, sul fronte dell’irrigazione e dei trattamenti, oltre alla sovrapposizione delle produzioni e il conseguente abbandono, in alcuni casi, del raccolto in campo”.

“A settembre, quando il caldo ha allentato la morsa, la stagione si è aggiustata – osserva Larenza – E la campagna è tornata interessante, sia per la qualità che per i quantitativi”.

Poi il tecnico ha approfondito gli aspetti più cari alla ditta sementiera, vale a dire la ricerca di nuove varietà (ne ha valutate più di mille), che mira soprattutto a migliorare la resa nella lavorazione industriale e la consistenza/tenuta delle bacche per poterle lasciare in campo il più a lungo possibile. “Per le novità è stato un anno interessante – dice Larenza -  In particolare, pur essendo alla prima campagna ufficiale, Pumatis F1 si è distinta per la qualità e il grado Brix, al contrario del trend generale di quest’anno, che si è mantenuto elevato”. Fattore niente affatto trascurabile visto che è direttamente collegato all’indice di pagamento nel Nord Italia.


Pumatis F1

“La varietà Liternum F1 (nella foto in apertura) – prosegue Larenza – è la bacca tipo Pietrarossa F1, la nostra varietà di punta, ma più grossa e resistente al tomato spot. E’ molto duttile, infatti al Sud viene scelta per la resistenza e le rese, mentre al Nord è preferita per rese e grado Brix. Ma c’è anche il classico allungato Abbundo F1 che, grazie alla copertura fogliare, ha resistito bene al caldo, dimostrandosi fertile e produttivo”.


Abbundo F1

Insomma, privilegiare la qualità del prodotto a vantaggio della parte agricola (vedi anche obbligo dell’origine in etichetta) ma garantendo i margini agli agricoltori. Il tutto senza trascurare rese, rusticità, tenuta al caldo. “Ora – conclude Larenza – con Filo rosso del pomodoro, l’assemblea di Anicav di oggi (24 novembre) e il Tomato World del 30 novembre, la filiera inizierà a gettare le basi per la prossima campagna”.

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