Etichettatura e filiera del pomodoro all'assemblea Anicav

Etichettatura e filiera del pomodoro all'assemblea Anicav
Etichettatura d'origine della materia prima, difesa del Made in Italy, lotta al caporalato, valorizzazione del pomodoro pelato, ridefinizione dei rapporti di filiera. Sono questi alcuni dei temi al centro dell'assemblea pubblica di Anicav, la più grande associazione di rappresentanza delle imprese di trasformazione del pomodoro al mondo, svoltasi venerdì scorso alla Mostra d'Oltremare di Napoli nel corso dell'annuale appuntamento "Il Filo Rosso del Pomodoro", una manifestazione, giunta alla sua quinta edizione, interamente dedicata alla filiera del pomodoro da industria.

"Il comparto delle conserve di pomodoro - ha dichiarato il presidente di Anicav, Antonio Ferraioli - costituisce una delle eccellenze dell'industria alimentare italiana e riveste un ruolo trainante dell'economia nazionale: stiamo parlando, infatti, di una se non della più importante filiera italiana dell'ortofrutta trasformata sia in termini di fatturato che in termini di quantità prodotte."

Nella campagna 2017, le aziende italiane, a fronte di circa 65mila ettari messi a coltura, hanno trasformato 5,26 milioni di tonnellate di pomodoro - una quantità in linea con quella lavorata nel 2016 - con aumento del 6,6% nel Bacino Centro-Sud e una riduzione del 4% nel Bacino del Nord.

L'Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli Usa e poco distante dalla Cina - che, con 5,6 milioni di tonnellate, nel 2017 ha nuovamente incrementato le quantità trasformate, dopo la flessione del 2016 - rappresenta il 14% della produzione mondiale (pari a 37,4 milioni di tonnellate) e il 47% del trasformato Ue, con un fatturato totale di oltre 3 miliardi di euro.

Per quanto riguarda i consumi interni, nel periodo settembre 2016-settembre 2017 è proseguita la contrazione di quote di mercato con una riduzione dell'1,9% in valore, cui è corrisposta una leggera ripresa in volume.

Sul fronte dell'export, dopo le buone performance degli anni scorsi - che sono state utili a bilanciare il calo dei consumi interni nel periodo di crisi - i dati relativi ai primi otto mesi dell'anno fanno registrare segni negativi sia in volume (-6%) che in valore (-7,1%) legati ad una importante contrazione dei volumi verso l'Europa (-7,9%), in particolare verso la Germania ( -18,2%), e ad una rilevante riduzione delle esportazioni di concentrato verso l'Africa (-19,8%).

Segnali positivi vengono, invece, per tutti i derivati del pomodoro, dal mercato Usa, con una crescita sia in valore (+12,1%) che in volume (+9,9%).



"Il Filo Rosso - dichiara Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav - nel corso degli anni è molto cresciuto e può ormai configurarsi come gli Stati Generali del pomodoro da industria, un importante momento di incontro e confronto tra le varie anime della filiera sulle tematiche di maggiore interesse per il settore. Italiano dalla nascita è il tema scelto quest'anno come filo conduttore della giornata. È infatti, in Italia, proprio a Napoli, che, nella seconda metà del 1700, l'utilizzo del pomodoro nelle preparazioni culinarie si diffuse per la prima volta tra la popolazione e dove fu implementato il primo stabilimento di trasformazione ed è italiano il pomodoro utilizzato per la produzione dei derivati, trasformati dalle aziende: pelati, pomodorini, passata e polpa sono tutti 100% made in Italy".
 
L'origine del pomodoro rappresenta un argomento di grande attualità, molto sentito dall'Industria italiana della trasformazione che è stata sempre favorevole ad estendere l'obbligo di indicazione in etichetta dell'origine della materia prima a tutti i derivati per garantire la massima trasparenza e per difendere le nostre produzioni da polemiche strumentali che, mettendo in discussione la provenienza e la qualità dei prodotti, confondono i consumatori danneggiando l'immagine di un intero settore.

"Abbiamo salutato positivamente la firma del decreto sull'etichettatura obbligatoria di origine per i derivati del pomodoro da parte del ministro Martina e del ministro Calenda - afferma Ferraioli - ma una norma che vale solo per l'Italia non può produrre gli effetti desiderati. Siamo favorevoli ad un innalzamento degli standard qualitativi se questi sono uniformi e omogenei su tutto il territorio comunitario: non è più possibile accettare che vengano usati due pesi e due misure. In attesa che l'Unione Europea disciplini la materia, confidiamo in una rapida adozione del decreto, che consentirà di porre un argine alle speculazioni sterili e strumentali che la nostra industria ha subito e continua a subire sulla leggenda del pomodoro cinese sulle tavole degli italiani".

Il tema dell'etichettatura d'origine è stato ampiamente dibattuto ed approfondito nel corso di una tavola rotonda con i parlamentari Colomba Mongiello e Giuseppe Romanini - firmatari delle risoluzioni sull'etichettatura di origine dei derivati del pomodoro presentate alla Commissione Agricoltura della Camera - con l'europarlamentare Nicola Caputo, con Antonio Casana, presidente di Tomato Europe, e con Gennaro Velardo, presidente di Italia Ortofrutta.

Un altro importante momento di confronto ha riguardato il rapporto tra industria e grande distribuzione con dibattito tra Antonio Ferraioli, Ad dell'azienda La Doria, leader europeo delle private label, Francesco Mutti, Ad di Mutti spa, azienda brand leader in Italia, e Alessandro Mazzoli, direttore acquisti Food di Coop Italia.



"La coesione rappresenta l'unica possibilità di rendere competitivo qualsiasi sistema - ha affermato Ferraioli - Pertanto, bisognerà puntare, sempre più, sulla collaborazione tra industria e Gdo al fine di giungere ad un maggiore equilibrio nei rapporti commerciali, anche alla luce della riduzione dei consumi interni che, negli ultimi anni, ha pesato sulle relazioni tra le imprese e la grande distribuzione".

Al centro dell'incontro, la necessità di lavorare per la diffusione di "un'etica di filiera" che riguardi anche le relazioni commerciali: a tal fine l'Anicav sta implementando, con la Seconda Università di Napoli "Luigi Vanvitelli", un progetto finalizzato allo sviluppo di un modello di analisi del costo industriale di produzione nel comparto della trasformazione del pomodoro che, attraverso l'individuazione di indici di congruità, che definiscano il rapporto tra prezzi, qualità e quantità dei prodotti, potrà fornire alle aziende associate un utile strumento di gestione nei rapporti con la Gdo e con le istituzioni finanziarie.

La giornata è stata anche l'occasione per la presentazione del progetto "Il Pomodoro: buono per te buono per la ricerca", un'iniziativa della Fondazione Umberto Veronesi che il Gruppo Giovani Anicav, in partnership con Ricrea-Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio, sta sostenendo. Obiettivo del progetto è quello di valorizzare le proprietà benefiche e antitumorali dei derivati del pomodoro. 

Il 10 e l'11 marzo 2018 in più di cento piazze italiane verrà venduta una confezione contenente tre diverse tipologie di conserve (pelato intero, polpa e pomodorini) che saranno offerte in latte serigrafate in acciaio riciclabili al 100%, con una grafica appositamente ideata per l'occasione.
I fondi raccolti dalla vendita andranno alla Fondazione Veronesi che li destinerà alla ricerca sull'oncologia pediatrica.

Fonte: Ufficio stampa Anicav