Pac dopo la Brexit, l’Italia rischia di perdere 9,7 miliardi

Lo rivela una simulazione della Commissione Ue per il bilancio post 2020. Il commento di De Castro

Pac dopo la Brexit, l’Italia rischia di perdere 9,7 miliardi
Regole più semplici e un approccio più flessibile garantiranno che la Politica agricola comune (Pac) produca risultati concreti nel sostegno agli agricoltori e guidi lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura europea. Sono queste le idee cardine della comunicazione adottata ieri dalla Commissione europea su “Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura”, delineando i modi per garantire che la più antica politica comune dell'Ue resti “a prova di futuro”.

Sul futuro della Pac post 2020 Phil Hogan, commissario per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: “La comunicazione odierna (ieri per chi legge, ndr) garantisce che la Pac realizzi obiettivi nuovi ed emergenti, come la promozione di un settore agricolo intelligente e resiliente, il rafforzamento dell'assistenza ambientale e l'azione per il clima e il rafforzamento del tessuto socioeconomico delle zone rurali e segna anche un significativo cambiamento nell'attuazione della Pac: al posto dell'attuale sistema, sarà introdotto un nuovo sistema di attuazione che conferirà alle regioni e agli Stati membri un grado molto maggiore di sussidiarietà”.

Semplificazione, rafforzamento delle politiche per la gestione dei rischi, misure per i giovani agricoltori continuano ad essere in testa alla lista degli obiettivi e il concetto di flessibilità è la leva per accompagnarli”. Questo il commento di Paolo De Castro primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo dopo la comunicazione del Commissario Hogan che “lancia segnali chiari e coerenti con quanto risultato dall’approvazione della parte agricola del Regolamento Omnibus”.

“Molto positivo ad esempio – spiega il primo vicepresidente - è il cambio di paradigma sull’attuale, inefficace, struttura del greening, prevedendo il passaggio da una logica punitiva nei confronti degli agricoltori, a un sistema di premialità che incentivi pratiche sempre più sostenibili, a ridotto impatto ambientale e mirate alle specificità territoriali di ogni Stato membro”.
“Infine - aggiunge l’europarlamentare - nonostante le mancanza dei tempi tecnici per approvare una riforma della Pac entro la fine di questa legislatura, occorre iniziare a riflettere su come la maggior sussidiarietà concessa agli Stati membri, non porti ad effetti distorsivi del mercato interno e alla conseguente ri-nazionalizzazione della Politica agricola comune”.

Il futuro post-Brexit
Secondo quanto trasmesso dall’Agenzia Ansa, l’ipotetico taglio del bilancio Pac dal 15 al 30% riportato in un documento della Direzione generale agricoltura della Commissione Ue, per l’Italia significherebbe perdite dai 3,4 ai 9,7 miliardi in sette anni, dopo il 2020.
Il testo fa parte dei documenti di simulazione realizzati da diverse Dg in risposta ai tre scenari principali proposti da Bruxelles nella comunicazione sul futuro bilancio pluriennale Ue, che dovrà fare i conti con il post Brexit.
Il primo scenario, denominato “di riferimento”, applica un taglio lineare degli stanziamenti attuali Pac del 15% a prezzi correnti, il secondo ripete l'esercizio con tagli del 30%, mentre la terza ipotesi è quella dello status quo. Oltre a mostrare l'impatto sulle casse dei diversi Paesi, la Dg Agri difende il capitolo di bilancio della Pac elencando gli effetti negativi sulle aziende agricole grandi e piccole, sulla stabilità del reddito degli agricoltori e sui diversi settori, con allevamento, cereali e colture proteiche a soffrire di più. Nel testo si esamina anche l'ipotesi del co-finanziamento nazionale che provocherebbe forti squilibri tra Paesi, minando alle fondamenta “il mercato unico dei prodotti agricoli”. Nello scenario ipotizzato di una partecipazione finanziaria del 30% da parte dei Paesi alla spesa per gli aiuti diretti agli agricoltori, il saldo sarebbe positivo per alcuni contributori netti. Per Italia, Germania e Paesi Bassi i risparmi teorici dei contributi al bilancio Pac eccederebbero i costi addizionali per il co-finanziamento.

“Nonostante si tratti ancora solo di simulazioni le notizie arrivate in merito ai possibili scenari di tagli al bilancio Ue sono fortemente preoccupanti”, osserva De Castro. “Solo con una Pac forte e adeguatamente finanziata – ha ribadito - sarà possibile raggiungere gli obiettivi economici, sociali e di sostenibilità che ci siamo prefissati”.
“La discussione sul bilancio ad ogni modo inizierà nel 2018 e il nostro impegno sarà quello di evitare modifiche nel bilancio dell’agricoltura e soprattutto che la Pac non venga vista come il salvadanaio a cui attingere. Non è giusto che siano gli agricoltori a dover pagare per le nuove politiche europee”.

Le ipotesi di taglio dei fondi destinati all’agricoltura (Pac) nel bilancio per l’Unione Europea sono insostenibili per le imprese e per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello europeo per il ruolo determinante per l’ambiente, il territorio e salute secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare le ipotesi di studio sul bilancio comunitario dopo il 2020.

“Garantire un equo tenore di vita per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti - è un’esigenza fondamentale per la maggioranza dei cittadini (88%) che sottolineano come agli agricoltori ricevano solo una piccola quota del prezzo finale al consumo dei prodotti alimentari (97%). “Un indirizzo importante nelle scelte per il futuro della Pac dove occorre però cambiare  rafforzando tutte le misure che escludono la rendita e premiando chi vive di agricoltura per puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo alla sostenibilità sociale e quindi all’occupazione, da parte delle imprese agricole”, ha concluso il presidente della Coldiretti sottolineando l’esigenza di “valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato”.

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