Cia: annata difficile per l’ortofrutta veronese

Cia: annata difficile per l’ortofrutta veronese
Un anno difficile per l'ortofrutta e la cerealicoltura veronese, compensato da un buon andamento della viticoltura e da una ripresa del settore lattiero-caseario. È il bilancio del 2017 tracciato dalla Confederazione italiana agricoltori - Cia di Verona, che sottolinea come l'annata passerà alla storia per l'estate torrida e siccitosa che ha messo a dura prova gli approvvigionamenti idrici nelle campagne scaligere, già provati da una inusuale carenza di precipitazioni durante l'inverno.

"Per i prodotti ortofrutticoli e cerealicoli è un anno da dimenticare - dice Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona - Le straordinarie brinate avvenute in aprile, unite alla siccità, hanno inciso negativamente su quantità e pezzature. Mele e pere ne hanno risentito particolarmente, subendo inoltre la crescente presenza della cimice asiatica. Il prezzo più alto è stato pagato però dai produttori di pesche e nettarine, che anche a causa della concorrenza spagnola hanno riscontrato remunerazioni bassissime per i loro prodotti. Anche i cerasicoltori hanno in molti casi lasciato i loro frutti sulle piante. Il kiwi veronese ha visto un leggero aumento dei prezzi, ma la cimice non lo ha risparmiato. La scarsa quantità è stata invece il denominatore comune dell'olivicoltura veronese, che ha segnato un record negativo".

Le note positive arrivano, come sempre, dalla vendemmia e, finalmente, anche dal settore lattiero-caseario: "Nonostante le gelate e i danni importanti registrati in alcune zone, l'esito è stato complessivamente positivo, con un calo di produzione mediamente del 20% compensato, però, da quotazioni in aumento soprattutto per il Bardolino, il Custoza, il Durello e il Soave - rimarca il presidente Lavagnoli - Dopo anni molto difficili, finalmente anche il settore lattiero-caseario ha ricominciato a prendere quota, con il latte che è tornato a prezzi accettabili. Sempre nel settore degli allevamenti destano invece preoccupazione i casi di epidemia aviaria, con un'intera filiera messa in ginocchio da migliaia di capi abbattuti e dallo stop alle movimentazioni e all'accasamento".

Lavagnoli si augura che nel 2018 si torni a ripensare l'utilizzo dei voucher, "che con le modifiche del 2017 sono risultati inutilizzabili, a scapito della praticità e della flessibilità", e si cominci a riflettere su come affrontare i cambiamenti climatici "che avranno un'incisività sempre maggiore sul lavoro degli agricoltori e sui frutti del loro lavoro".

Fonte: Ufficio stampa Cia Verona