Marca del distributore ai massimi storici: sempre più brand

Nel 2020 quota di mercato proiettata al 20,3%, opportunità per i fornitori

Marca del distributore ai massimi storici: sempre più brand
Crescita ai massimi storici per la Marca del distributore in Italia, ma la forbice rispetto a quanto succede in Europa è ancora ampia: la Mdd italiana, quindi, ha ancora grandi margini di sviluppo. Secondo lo studio di The European House - Ambrosetti - realizzato in collaborazione con Adm e presentato ieri alla fiera Marca nel convegno “La Marca del Distributore: Il valore e il ruolo per il sistema-Paese” - la quota di mercato passerà dal 18,5% del 2016 al 20,3 del 2020.

La Mdd, quindi, è sempre più vero e proprio brand che risponde ai bisogni dei consumatori al pari dell’industria di marca: nel 2017 per la prima volta ha supera in Italia nel largo consumo confezionato i 10 miliardi di ricavi. Nel carrello della spesa degli italiani aumentano i prodotti a Marca del distributore, raggiungendo una quota di mercato del 18,7%. A far la differenza sono i prodotti innovativi e ad alto valore aggiunto, come quelli del bio e della IV gamma. Inoltre la Mdd rappresenta il Made in Italy, poiché la gdo alimentare si avvale di copacker al 91,5% italiani, in particolar modo Pmi.



"Tra il 2007 e il 2016 il fatturato della Mdd è più che raddoppiato rispetto ad un aumento del 18% dell’industria alimentare", spiega Valerio De Molli, managing partner e Ceo di The European House - Ambrosetti. "Il successo della Marca del Distributore registrato negli ultimi anni è collegabile alla svolta strategica del settore, con il passaggio da una produzione me too (“tattica”) ad una diversificazione dalla marca industriale, con tipologie di prodotto innovative e a maggiore valore aggiunto”.



“I mega-trend che impatteranno sul mondo del business, del commercio e sulla società nei prossimi 10 anni” è il tema dell’intervento di Gerd Leonhard, Ceo di The Futures Agency. Bisogna temere la tecnologia? No, secondo Leonhard: "I computer possono vedere, ascoltare, capire e imparare - la tesi dell'americano - fra 25 anni saranno più bravi di noi in tante cose. Ma la tecnologia funziona se si sostituisce al lavoro banale dell'uomo, non se si sostituisce all'uomo: tutto quello che è routine sarà fatto dai computer, mentre solo il nuovo sarà fatto dall'uomo. Uomo che non ama le tecnologie, ma le relazioni, i rapporti e le emozioni: ecco perché Amazon ha rilevato Whole Foods, per fare racconti ed emozioni, in una parola esperienza".



"Tutti gli indicatori di ripresa in Italia sono positivi - evidenzia Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison - ma bisogna proseguire nello sviluppo dei consumi, altrimenti il debito pubblico potrebbe mettere in ginocchio il Paese".

“La Vision dell’industria del commercio”, è invece il tema della tavola rotonda - moderata da Gianni Riotta, editorialista de La Stampa - che ha visto dibattere Marco Pedroni (Coop Italia), Francesco Pugliese (Conad) e Maniele Tasca (Selex).

Il presidente di Coop nel rimarcare l'importanza della Marca del distributore ha fatto notare come i rapporti con i piccoli fornitori debbano essere duraturi e improntati all'innovazione. Secono il direttore generale di Selex l'Mdd italiana è destinata a chiudere il gap con l'Europa, puntando più sul contenuto che sull'immagine, concentrando nella Gdo le tante differenze che possono emergere, stimolando così la competitività. L'amministratore delegato di Conad ha spinto sul ruolo della comunicazione, sulla strategicità di essere distintivi, di lavorare su progetti condivisi senza "strozzare" nessun attore della filiera.



"Marca 2018 si conferma ancora di più un appuntamento imperdibile - commenta invece Giorgio Santambrogio, presidente di Adm - nell'anno in cui la Marca del distributore è protagonista di un momento di grande dinamismo. Nel corso del tempo la Mdd ha modificato la sua essenza, passando da outsider a supporto della marginalità delle insegne a vero e proprio brand, che va incontro alle nuove esigenze dei clienti e fa leva sull’innovazione. Le insegne negli ultimi anni hanno non solo inserito sempre più prodotti bio, salutistici e funzionali, ma anche saputo valorizzare le tipicità dei territori e delle piccole realtà semi-artigianali molto apprezzate. La Marca del distributore è, inoltre, un ottimo strumento per portare all’estero il prodotto italiano, sempre più performante. Da distribuzione siamo diventati una vera e propria industria del commercio e, parallelamente, quella che prima era definita private label è diventata Marca del distributore: non più private, perché è venduta all’estero e on line, e si sta affermando sempre più come un prodotto pari all’industria di marca, in grado di fornire un contributo all’intero sistema paese Italia. L’industria della distribuzione - sottolinea Santambrogio - con il suo indotto vale il 7% di valore aggiunto del Pil e il 9% rispetto all’occupazione, a livello nazionale. In un futuro, già realistico - conclude Santambrogio - immagino che la Mdd vada oltre il ruolo di marca per affermarsi come insegna”.

E oggi la fiera vivrà la sua giornata conclusiva con altri due convegni interessanti (clicca qui per il programma).

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