Fruit Logistica, business in primo piano

Tra novità e conferme Berlino cresce ancora e non delude le aspettative

Fruit Logistica, business in primo piano
Dal prima alla quarta e quinta gamma, dalle tecnologie alla distribuzione, dalle sementi al packaging, il “giudizio” consuntivo degli operatori italiani che hanno partecipato alla fiera di Berlino è sostanzialmente corale: Fruit Logistica ancora una volta ha funzionato e soddisfatto le aspettative di chi cercava nuove occasioni di business, voleva "interfacciarsi" con buyer, potenziali clienti e fornitori o più semplicemente puntava a consolidare rapporti e relazioni commerciali su un palcoscenico di livello globale, vetrina privilegiata da molti dei principali player mondiali. 



Partecipare con uno spazio espositivo alla fiera tedesca non costa poco ma è considerato un investimento redditizio e l'"alto gradimento" percepito durante la tre giorni terminata venerdì conferma il risultato del sondaggio proposto dalla nostra testata alla vigilia dell'evento: Fruit Logistica è, per distacco, la fiera estera "più amata dagli italiani".



La "cittadella" tedesca dell'ortofrutta è cresciuta anche quest’anno (in superficie, numero di espositori visitatori: il muro delle 75mila unità del 2017, stando alle anticipazioni degli organizzatori, è stato abbattuto) e lavora per un’ulteriore espansione: nuovi spazi espositivi sono in costruzione. La formula funziona, e chi ha avuto il tempo di girare almeno una parte dei 26 padiglioni ha toccato con mano il dinamismo che caratterizza il pianeta ortofrutta: i progressi africani, dal nord del continente ai paesi subsahariani sono evidenti; gli stand Centro-Sud Americani abbracciano il visitatore con un trionfo di colori e novità; le diverse anime dell’Asia (con la frutta da boutique giapponese che fornisce spunti interessanti su come “dare valore”) completano il quadro dei competitor di un’Europa agguerrita, che ha nell’Italia un solido riferimento.



Tanti i visitatori che si sono aggirati nei padiglioni del "Made in Italy", in primis 2.2 e 4.2, presidiati da un numero record di aziende, oltre 500, all'interno di stand dal layout e l'immagine "tradizionali", sobri ma - salvo qualche eccezione - senza troppi guizzi; impattanti e affollate le collettive, in un contesto che resta caratterizzato da una frammentazione di spazi espositivi, ricchezza e limite nello stesso tempo. Interessante l'area occupata dai player della IV e V gamma che tengono alta la bandiera dell’innovazione lanciando referenze sempre più spesso legate a doppio filo al biologico. Mai così intenso, infine, il programma di convegni ed eventi. L'Italia dell'ortofrutta, insomma, ancora una volta si è data appuntamento a Berlino.



Un sistema Italia che, hanno detto in fiera i massimi esponenti del settore e l'ambasciatore in Germania Pietro Benassi, deve puntare sempre più sulla coesione. In attesa delle risposte promesse dalla politica, sperando di trovare un Ministro che consideri il settore per quello (tanto) che vale e merita: il prossimo sarà finalmente quello buono? 

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