Abate Fétel, domanda piatta e quotazioni in calo

Anche per le mele scambi ridotti al minimo. Problemi di qualità e piccoli calibri

Abate Fétel, domanda piatta e quotazioni in calo
Per il comparto delle pomacee - mele e pere - siamo sicuramente di fronte ad una stagione a dir poco anomala, come ci confermano alcuni mercati del Nord Italia.
Per quanto riguarda le mele è arcinoto a tutti gli operatori che quest'anno la produzione fosse pressoché dimezzata, a causa delle gelate primaverili del 2017, anche se molti commercianti pensavano fosse un banale gioco speculativo per tenere alte le quotazioni come spesso accade. I primi scambi hanno sedato ogni dubbio: mele non ce ne sono, e quelle poche rimaste sono molto care. Un caso emblematico è la Renetta del Canada tipica delle vallate trentine, che è stata una delle varietà più danneggiate dal gelo, con prezzi costantemente sopra due euro il chilo, e gli operatori hanno importato merce francese (molto rara gli anni precedenti) per sopperire alla carenza di offerta. Attualmente gli scambi sono ridotti al minimo e la qualità del prodotto è tendenzialmente scarsa, con una preponderanza di piccoli calibri e una bassa shelf life dei frutti.

Situazione molto complessa per il comparto pericolo, in particolar modo per l'Abate Fétel. La regina delle pere nelle ultime settimane sembra essersi trasformata in un brutto anatroccolo. Gli scambi sono al minimo a causa di una domanda molto piatta e le quotazioni sono in diminuzione per cercare di dare una accelerata alle compravendite. Le cause? Certamente i primi due mesi dell'anno non sono stati esaltanti per i consumi ortofrutticoli in generale, inoltre, il prodotto a livello gustativo non sembra essere all'altezza, con i frutti che hanno difficoltà a maturare e il sapore che talvolta risulta sgradevole. Probabilmente un'estate così calda e siccitosa ha creato scompensi fisiologici all'interno dei frutti con ripercussioni durante la fase di conservazione.

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