Blocco della circolazione per maltempo, monta la polemica

Vietato anche il traffico ferroviario, poi la marcia indietro. «Gestione assurda dell'emergenza»

Blocco della circolazione per maltempo, monta la polemica
Blocco del trasporto per il maltempo tra polemiche e marce indietro. Dopo la perentoria presa di posizione del presidente della Federazione italiana autotrasportatori professionali Massimo Bagnoli (cliccare qui per leggere), dopo che Fai-Conftrasporto ha definito “assurda" la gestione dell’emergenza neve da parte delle prefetture ("divieti di circolazione dei mezzi pesanti oltre ogni logica, pur in presenza di sole e di una oggettiva percorribilità della rete stradale”), è arrivato anche il blocco del traffico ferroviario delle merci sulla rete nazionale "dalle ore 2 di giovedì primo marzo fino a quando non si registrerà un miglioramento delle condizioni meteo”.

La decisione assunta da Rete Ferroviaria italiana ha scatenato le polemiche delle associazioni di settore, da Fercargo all'Unione interporti riuniti, tanto che Rfi ha comunicato la sospensione del blocco. E l'associazione Anita ha diffuso una nota per manifestare apprezzamento per la decisione.  
 

L'interporto di Verona sotto la neve

Ma la protesta, soprattutto per la gestione dell'emergenza sulle strade, non si placa: "Inaccettabile lo stato in cui sono stati abbandonati migliaia di autisti di mezzi pesanti a seguito del maltempo”, scrive la Filt Cgil evidenziando che “le istituzioni che hanno in gestione strade ed autostrade, porti ed interporti, non hanno mostrato capacità di organizzazione per prevenire il diffuso stato di disagio ed affrontare l’emergenza così da evitare che tanti lavoratori subissero gravi ripercussioni nello svolgimento del lavoro quotidiano già gravoso”. Mentre Cna-Fita si attiverà per la richiesta di danni alle aziende del settore dell’autotrasporto.

Resta l'impressione di una gestione non sempre adeguata e "coerente" dell'emergenza, resta senza risposte la domanda se, a fronte di condizioni meteorologiche inusuali ma che possono comunque essere messe in conto, chi ha il potere decisionale non reagisca a volte con eccesso di prudenza. Lasciando l’impressione che nel nostro Paese si tenda a ridurre il più possibile ogni forma di assunzione di responsabilità. A scapito dell'attività imprenditoriale. 

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