«L'ondata di gelo non è stata catastrofica»

Ma, intanto, parte il valzer delle stime dei danni: oltre mezzo miliardo

«L'ondata di gelo non è stata catastrofica»
La settimana più fredda dell'anno è passata. Prima "Burian" e poi "Big Snow" non hanno fatto dormire sonni tranquilli agli agricoltori di tutta Europa. Le cifre fornite dalle organizzazioni agricole italiane evidenziano un conto salatissimo per l'agroalimentare tricolore, superiore ai 500 milioni di euro tra danni diretti alle coltivazioni, alle serre e per sostenere maggiori costi energetici.

Per la filiera dell'ortofrutta ad avere la peggio sono state le verdure, come broccoli, cavoli verza, finocchi, carciofi e fragole già pronte per la raccolta, ma anche le albicocche che risultavano in stato di fioritura in molti areali. Come spiega l'Alleanza delle cooperative italiane, il gelo ha bruciato il 30% del raccolto di orticole di nove regioni: Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Veneto nel Nord; Toscana e Lazio nel Centro; Puglia, Campania e Sardegna nel Meridione. Eventuali danni sui frutteti potranno essere valutati solo nelle prossime settimane.

"Ad oggi - spiega Andrea Grassi, direttore tecnico di Apofruit Italia - non è possibile stimare i danni economici, ma possiamo già dire che non si è trattato di una catastrofe per l'ortofrutta italiana. L'ondata di gelo siberiano, infatti, ha impattato più sulla vita sociale delle persone che a livello agronomico-colturale".

L'aggiornamento su albicocche, pesche e kiwi

"Tra le drupacee - sottolinea Grassi - l'albicocco è sicuramente la specie più colpita poiché alcune varietà avevano già iniziato a fiorire sia nel Sud che in Emilia-Romagna, complice il clima caldo di gennaio. Per le cultivar canoniche di pesco - prosegue - non possiamo invece parlare di danni, ma di diradamento: erano tutte nella fase fenologica della gemma gonfia, la quale assicura alla pianta una buona resistenza a temperature molto basse".

Il direttore tecnico di Apofruit è poi preoccupato per la situazione del kiwi. "Le gelate - evidenzia - impongono una allerta massima per il possibile sviluppo della batteriosi. E' necessario, ora, che gli agricoltori seguano attentamente le linee guida consigliate dagli uffici tecnici, per mettere in campo una buona azione di difesa contro la Psa. Abbiamo già riscontrato, tra l'altro, molte gemme colpite nel Nord Italia".

Gli eventi climatici estremi sono ormai una regola

Le manifestazioni climatiche estreme, come quest'ultima pesante perturbazione, non sono più una eccezione ma una regola a cui dobbiamo cominciare ad abituarci. "Gli eventi estremi - osserva Grassi - come gelate, gradinate o diluvi sono sempre più frequenti nel tempo. Se ci pensiamo bene, nessuna delle ultime cinque annate agrarie può essere considerata normale". Il gelo, poi, è ormai una costante per l'Italia. "L'anno scorso, in primavera, ci ha fatto perdere il 40% della produzione di kiwi. E anche nel 2010, nel 2003 e nel 2004 abbiamo dovuto rimodulare i piani produttivi a causa delle gelate, in questi casi invernali".

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