Meli italiani in Russia: Putin rincorre l'autosufficienza

Con piante e tecnologie estere la produzione è aumentata dell'8%. E non è che l'inizio

Meli italiani in Russia: Putin rincorre l'autosufficienza
Mentre in Italia il leader della Lega Matteo Salvini promette, una volta al Governo, di cancellare le sanzioni contro la Russia, Vladmir Putin non sta a guardare e intensifica l’impegno per aumentare le produzioni agricole e ortofrutticole autoctone”. Ricorrendo spesso e volentieri a tecnologie straniere, con il Made in Italy in prima linea. Da tempo infatti la Russia sta acquistando attrezzature e know-how al di fuori del Paese per espandere la produzione agricola. Nell'ultimo decennio, questa strategia ha contribuito a far decollare l'export di grandi colture come grano e orzo. Ma i consumatori fanno ancora riferimento su frutta e verdura straniere, in primis le mele, di cui Mosca importa quantitativi più elevati di qualsiasi altro Paese. 

La Russia, come scrive Bloomberg, è costretta ad acquistarle dall’estero perché le varietà locali si deteriorano più rapidamente di quelle coltivate in Europa o in Cina ma anche perché i russi preferiscono a livello gustativo la frutta importata. Ecco allora che Mosca sta  correndo ai ripari avvalendosi di tecnologie straniere, come ha fatto Afg National Group, che recentemente ha spedito 143mila alberi di mele da campi a tremila chilometri di distanza dove sarà realizzato un nuovo frutteto vicino alle montagne del Caucaso in grado di produrre già da quest’anno circa ottomila tonnellate di Gala, Red Delicious e Granny Smith. Dal 2015 Afg National Group ha investito 4,3 miliardi di rubli per piantare 700 ettari con alberi prevalentemente italiani, consegnati con camion refrigerati. 
La spinta a spendere di più per le tecnologie straniere ha comportato un aumento degli affari per molte società europee, tra cui la DeLaval Sro in Svezia, Gea Group Ag e Big Dutchman International GmbH in Germania, i costruttori di serre olandesi Certhon e  Kubo Group. 

La politica di Putin sta dando i suoi... frutti: con l'aiuto della tecnologia straniera, secondo l'Unione nazionale dei coltivatori di ortofrutticoli a Mosca, la produzione nazionale di mele lo scorso anno è aumentata dell'8% circa, mentre il raccolto di pomodori in serra è balzato dell'11%.  Ciò nonostante, la Russia acquista ancora circa la metà delle sue pomacee e il 60% dei pomodori in serra dall’estero. Dati ben noti al presidentissimo della Federazione russa, che ha dichiarato necessari ulteriori investimenti per rendere la Russia autosufficiente.  E non è un caso che grandi aziende produttrici stiano cercando di acquisire industrie sementiere per produrre pomodori, cetrioli e altri ortaggi all'estero da immettere poi sul mercato nazionale.

Nel 2017, stando ai dati governativi, gli investimenti agricoli hanno raggiunto in Russia i 374,7 miliardi di rubli (6,6 miliardi di dollari) in progresso del 3,1% rispetto all'anno precedente. Aumentano intanto le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia, con un sostanzioso +23,9% sul 2016. I settori nei quali l’Italia occupa il primo posto sono vino (+34,9%), caffè torrefatto (+31,4%) e pasta (+11,7%). L’ortofrutta, per il momento, non può che restare alla finestra.

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