Olanda: troppi pesticidi (vietati) nell’ortofrutta extra-Ue

L'allarme di FoodWatch dopo lo stop ad ananas del Costarica e pomodori del Marocco

Olanda: troppi pesticidi (vietati) nell’ortofrutta extra-Ue
L’Organizzazione non governativa FoodWatch ha fatto sapere che l’Autorità per la sicurezza alimentare olandese (Nvwa) ha riscontrato nelle importazioni di ortofrutta proveniente da Paesi extra-Ue residui di fitofarmaci il cui uso in Europa è vietato. In particolare, si tratta di sostanze che potrebbero essere cancerogene o perturbatori endocrini.
Tra i prodotti sotto accusa ci sono gli ananas del Costarica, i fagioli del Kenya e i pomodori del Marocco. Ma già nel 2016 la Ong aveva avvertito che il 70% delle bacche di goji controllate era fortemente inquinato. E così i dragon fruit e i rambutan provenienti dalla Thailandia e i litchi provenienti dalla Cina. Non solo, molti prodotti ortofrutticoli importati rivelano la presenza contemporanea di più fitofarmaci, alcuni dei quali - appunto - proibiti nell’Ue.

Così, FoodWatch ha lanciato un appello alle cinque principali catene della Gdo olandese (Albert Heijn, Jumbo, Lidl, Aldi e Plus) perché stabiliscano con i propri fornitori extra-comunitari quali agenti chimici non utilizzare più. In particolare, l’Ong fa riferimento a un elenco di 140 sostanze che - sulla base di valutazioni scientifiche - non dovrebbero più essere utilizzate nella produzione di frutta e verdura.
Peraltro, alcuni supermercati hanno già stabilito requisiti aggiuntivi per l’uso di principi attivi da parte dei loro fornitori. Ad esempio, Plus ha chiesto di non utilizzare un determinato numero di pesticidi considerati nocivi, Jumbo fa riferimento ai fitofarmaci che l’Organizzazione mondiale della Sanità valuta nelle classi di rischio più alte e Albert Heijn ha chiesto ai coltivatori olandesi di interrompere entro il 2019 l’impiego di 27 pesticidi.

Secondo FoodWatch grazie a queste misure i coltivatori extra-comunitari non dovrebbero più lavorare con fitofarmaci pericolosi, i consumatori europei sarebbero più garantiti e i nostri produttori potrebbero godere di una più equa concorrenza.

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