Kiwiny, brand e biologico per conquistare nuovi mercati

Specializzata nel frutto, l'azienda trevigiana investe su Dorì e prodotti trasformati

Kiwiny, brand e biologico per conquistare nuovi mercati
Un’azienda giovane, selezionata dal Mipaaf tra le 25 migliori startup italiane a Expo 2015, che punta sul kiwi biologico e sul valore del brand per continuare e crescere e conquistare i mercati esteri. Si chiama Kiwiny, è nata ufficialmente cinque anni fa dall'intuizione dei fratelli Philipp e Manuel Breitenberger (nella foto), che oggi coltivano 10 ettari a Giavera del Montello, nel Trevigiano, dove producono varietà green e gold nel rispetto della certificazione biologica. In tutto sono circa 10mila i quintali immessi ogni anno sul mercato; negli ultimi tempi l’azienda si sta specializzando nel kiwi a pasta gialla ed è esclusivista per il biologico di Dorì. Ma non è tutto qui.



Dall’impegno sul fronte della sostenibilità e del rispetto per l’ambiente che ha ispirato il lifting all’azienda agricola paterna (che peraltro produceva bio già nel 1996), nascono anche tre linee di trasformati destinati prevalentemente a negozi specializzati: Kiwiny Smoothie, Kiwiny Jam e Kiwiny Juice. Le vendite sono indirizzate per l’80% Oltralpe, prevalentemente in Mercati e catene della Gdo europea e sbarcano persino in Australia, patria del frutto. E' la Germania, però, lo sbocco numero uno, mentre in Italia le referenze dell'azienda raggiungono catene del bio e alcuni supermercati.



Il progetto è nato con un investimento iniziale di circa un milione di euro, cui ha contribuito anche un bando Ismea per l’imprenditoria giovanile e l’agricoltura. Freschezza e innovazione sono nel Dna di Kiwiny e a dimostrarlo sono le strategie legate a comunicazione e marketing: l’azienda è molto attiva sui social e partecipa a numerose rassegne del food. In questi giorni ha esposto all’Alimentaria di Barcellona e si è fatta vedere anche al Vinitaly di Verona. A febbraio era a Norimberga per Biofach. Non disdegna neppure eventi di interesse culturale (Biennale di Venezia e Cannes International Film Festival) che si aggiungono ad eventi legati alla comunità locale, con la sponsorizzazione di vari eventi nella Marca trevigiana.



Anche la formazione ha un ruolo di primo piano: serve a far crescere a 360 gradi i dipendenti, tutti tra i 22 e i 33 anni. E poi, tracciabilità e tecnologia: dalla piantagione alla lavorazione, sempre fatta in azienda, il frutto viene monitorato e quindi affidato a una linea di lavorazione di ultima generazione dotata di fotocamera integrata ultravision.



“La nostra è una azienda giovane ed in crescita che fattura un milione e mezzo di euro circa e punta su dinamismo, flessibilità e sinergie”, spiega Manuel Breitenberger (a sinistra nella foto di apertura). “Ci avvaliamo di una cooperativa, Sapori di Marca, che dal 2015 crea sinergie tra piccoli produttori di kiwi dell'area in cui operiamo, in modo da coordinare le diverse fasi della filiera di produzione, esaltando le potenzialità produttive dei singoli”. I progetti non mancano, Kiwiny non vuole fermarsi: "E' un settore difficile quanto imprevedibile e a noi piacciono le sfide".

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