Brio, partnership a Sud per valorizzare il biologico

L'accordo interessa sei aziende e farà lievitare i volumi commercializzati del 50%

Brio, partnership a Sud per valorizzare il biologico
Una partnership con sei importanti aziende del Sud per allargare la base sociale e valorizzare  le produzioni biologiche del Mezzogiorno: è la strada scelta da Brio Spa per svilupparsi attraverso un ampliamento dei volumi commercializzati, della gamma e la creazione di una “Rete d’imprese” a beneficio proprio e, indirettamente, del comparto. L’operazione - illustrata ieri in un convegno a Macfrut al quale sono intervenuti Gianni Amidei e Andrea Bertoldi, rispettivamente presidente e direttore generale di Brio, Cristian Moretti, direttore generale Agrintesa, Carmelo Calabrese, direttore Commerciale Op Colledoro e Paolo Mellone, presidente Op Armonia - consentirà di portare nel giro di tre anni la produzione distribuita dalle 30mila tonnellate attuali a 45mila


Da sinistra De Castro, Bertoldi e Amidei

A conferire i prodotti a Brio saranno, nel dettaglio, Colle d’Oro di Ispica (Ragusa) che produce 60mila quintali annui di angurie, carote, peperoni, pomodori, rape rosse e zucchine su 670 ettari; IdeaNaturaBio di Eboli (Salerno), aderente a Op Armonia, che produce 18mila quintali di kiwi, meloni, cavoli rapa e lattughe su 125 ettari; AgricoopBio, specializzata in limoni, coltivati su 140 ettari; Kore di Marsala (Trapani), che produce melagrana ma anche mango, avocado e asparagi su una cinquantina di ettari; I frutti del Sole di Limbadi (Vibo Valentia), che annovera 290 ettari di agrumi e kiwi; Osas di Castrovillari (Cosenza), forte di 92 ettari dedicati a clementine, kaki e kiwi. A queste si aggiunge Terre del Sud, società creata da Brio e Colle d’Oro nel 2005 per produrre ortaggi bio nel ragusano. 

“Una sinergia di prodotti e produttori per fare massa critica e portare sul mercato più agevolmente frutta e verdura bio di straordinaria qualità”, ha spiegato Bertoldi. Durante il convegno di ieri è intervenuto anche Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, che ha definito la riforma Ue del bio “un’occasione persa”. “Ma la battaglia - ha spiegato alla platea - non è finita”.

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