«Grossisti di tutta Europa unitevi!»

Manifesto delle associazioni di categoria d'Italia, Francia e Spagna per contare di più

«Grossisti di tutta Europa unitevi!»
Gli operatori dei Mercati di tre Paesi strategici dell’Europa ortofrutticola, Italia, Spagna e Francia, fanno squadra per valorizzare il loro ruolo e contare di più nei palazzi della politica continentale. E’stato firmato ieri mattina in fiera a Rimini, in occasione di un convegno organizzato a Macfrut, il Manifesto dei Grossisti europei: a siglarlo il presidente di Fedagromercati-Confcommercio Valentino Di Pisa, l’omologo di Coemfe (confederazione dei grossisti spagnoli) Andrés Suárez e l’amministratore di Uncgfl (Unione dei grossisti francesi) Yves Mustel. Al convegno è intervenuto anche l’amministratore del Mercato di Atene, Ioannis Triantafyllis, a testimoniare l’interesse della Grecia a diventare parte attiva dell’intesa in tempi brevi.

Elementi cardine del documento sono rinnovamento dei Mercati, nuovi orari di lavoro, sviluppo della logistica urbana, internazionalizzazione, marchio di qualità europeo, nuovi rapporti con gli altri attori della filiera, collaborazioni di settore per la presentazione di progetti europei. “Sottoporremo questi argomenti alle istituzioni, nazionali ed europee, per valorizzare il ruolo della categoria dei grossisti all’interno della filiera”, ha preannunciato Di Pisa senza risparmiare una sana autocritica: “Devono cambiare i Mercati ma anche la nostra mentalità e dobbiamo crescere imprenditorialmente”. 
 
“I Mercati hanno un grande futuro ma devono cambiare, il primo problema è la gestione pubblica”, ha detto in apertura, applauditissimo, il presidente di Cesena Fiera Renzo Piraccini. “Proprio come per le fiere, la gestione va lasciata agli stakeholder del settore”.


La firma del Manifesto che unisce i grossisti di Italia, Spagna e Francia 

Claudio Scalise (Sg Marketing) ha mostrato come le dinamiche siano cambiate nell’arco degli ultimi anni: “Nel 2016 in Italia la quota del canale tradizionale era il 37% contro il 50% del 2007 quando i volumi erano pari a 4,18 milioni di tonnellate. La vendita ormai è la fase meno importante e quella con minor valore, quello che conta è il servizio, la capacità di appropriarsi di pezzi di filiera. Ciò richiede comunque uno sforzo su logistica, catena del freddo e non solo. Ma se i Mercati non si impegneranno su questi fronti, altri lo faranno per loro”.

Come cambiare, allora? “I Mercati possono diventare una piattaforma di distribuzione per i freschissimi, sia per i venditori specializzati sia per la piccola distribuzione sia, ancora per l’Horeca. E sul fronte dell’e-commerce, che ha venduto lo scorso anno 748 milioni di euro di alimentari in Italia, potrebbero proporsi come service a disposizione delle diverse catene”.
 
“In Europa i Mercati oggi contano poco – ha detto nel corso della tavola rotonda il presidente di Italmercati Fabio Massimo Pallottini – e le nostre specificità non vengono rappresentate. Oggi comincia un percorso lungo, complicato ma ineludibile”.

Paolo De Castro (primo vice presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo), collegato in videoconferenza, ha assicurato il proprio sostegno: “Il Manifesto va benissimo e questo è il momento giusto per presentarlo: a breve la Commissione europea presenterà le proprie proposte di riforma della Pac, comprensive dell’Organizzazione comune di mercato Ortofrutta. C’è tutto il tempo per impostare un percorso, dato che la riforma sarà approvata nella prossima legislatura. Ma è fondamentale trovare punti di contatto con altri Paesi europei”.

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