Pomodoro di Pachino, trasferta positiva al Macfrut

Pomodoro di Pachino, trasferta positiva al Macfrut
Si è appena conclusa la 35esima edizione del Macfrut, tenutasi presso il Rimini Expo Centre, cui ha presenziato anche quest’anno il Consorzio di tutela Pomodoro di Pachino Igp.

Tre giorni intensi, che hanno fatto da vetrina ad alcune tra le più importanti realtà produttive del nostro paese. E in questa cornice, il cosiddetto oro rosso siciliano è entrato da vero vincitore. “Secondo le più recenti statistiche, il Pomodoro di Pachino Igp rappresenta il prodotto agroalimentare italiano più famoso dopo la mela Dop della Val di Non”, ci rivela il vicepresidente produttori Sebastiano Dipietro.

E infatti l’affluenza del pubblico straniero è stata particolarmente intensa, segno di un apprezzamento sempre crescente del nostro prodotto non solo nello Stivale ma anche a livello internazionale. Sicuramente ha aiutato la posizione favorevole dello stand dedicato al Consorzio Igp Pachino all’interno del padiglione, che ne ha favorito la visibilità, portando i visitatori a fermarsi più facilmente.

Momento di coesione e condivisione importante, la tavola rotonda organizzata da Sky, alla quale hanno partecipato, oltre al Pomodoro di Pachino, altre eccellenze siciliane a marchio Igp come l’Uva da tavola di Mazzarrone e l’Arancia rossa di Sicilia.

Una iniziativa che, su pressione del presidente Salvatore Lentinello, si replicherà anche fuori dalla kermesse romagnola. “L’idea, nata assieme alla dirigenza della Regione Siciliana, è quella di organizzare incontri calendarizzati per rafforzare i legami tra tutti i prodotti a marchio, che rappresentano le eccellenze della terra di Sicilia attraverso nuove strategie sinergiche di marketing, in tutto questo il nostro Consorzio deve avere un ruolo di assoluto protagonismo”.

Un bilancio assolutamente positivo, sia in termini commerciali che di brand awareness. "Il nostro è un prodotto amatissimo da tutti perché gustoso e versatile - afferma il vicepresidente confezionatori Giovanni Iuvara - ma richiede anche degli standard molto precisi di coltivazione e lavorazione. Ed è solo tutelando questi standard che possiamo portare in giro per l’Italia e all’estero un prodotto sempre ottimo, capace di rappresentare degnamente la Sicilia nel mondo".

Fonte: Siracusatimes.it