«Albicocche senza gusto, serve più responsabilità»

Eleuteri: le varietà scadenti penalizzano i consumi. Cresce il peso della linea DolceFrutta

«Albicocche senza gusto, serve più responsabilità»
“I consumi aumenterebbero se tutti noi addetti ai lavori, dalla produzione alla distribuzione, evitassimo di immettere sul mercato varietà assolutamente carenti da un punto di vista gustativo: nelle prime due settimane di maggio di albicocche mangiabili non ce ne sono state e ciò ha avuto effetti deleteri sugli atti d'acquisto nella parte iniziale della campagna”. Marco Eleuteri, amministratore delegato alla direzione commerciale dell'Op Armonia, non ci gira attorno e conferma le impressioni di molti addetti ai lavori e consumatori: per le albicocche italiane c’è un problema di qualità. “L’offerta sinora non è mai stata eccessiva e la domanda abbastanza regolare con qualche alto e basso in funzione del meteo, ma purtroppo, molto spesso, è mancato all’appello il gusto”, evidenzia. 



Per quanto riguarda l'azienda, dei 60/70mila quintali di drupacee programmati per questa stagione, le albicocche dovrebbero rappresentare il 10% del totale, a fronte del 25% ciascuno della pesca platicarpa e delle nettarine, del 20% delle pesche “tradizionali” e del 10% di percoche e ciliegie. “In termini commerciali ci aspettiamo una stagione migliore di quella scorsa soprattutto per il minor prodotto disponibile sul mercato; a prescindere da considerazioni congiunturali, Op Armonía ha strutturalmente migliorato la qualità dell’offerta. Se dovessi quantificare questo progresso in percentuale, direi che siamo migliorati almeno del 20-25%. Mi auguro che i prezzi crescano nella stessa misura”.

Armonia ha iniziato la stagione produttiva intorno ai primi di maggio con prodotto sotto serra: “Da qualche giorno, con l’arrivo delle prime albicocche buone da mangiare come Tsunami Primus - afferma Eleuteri - è scattata l’ora della linea premium DolceAlbicocca cui prestiamo massima attenzione nella selezione varietale, nella fase della raccolta e della gestione post raccolta, tanto che l’intero processo di confezionamento viene eseguito con estrema cautela e completamente a mano, per preservare al massimo la qualità dei frutti”. 

                              

“Sebbene più dispendiosa e limitativa per la nostra capacità produttiva, la selezione artigianale - aggiunge l’esponente di Armonia - ci consente di evitare alla frutta qualsiasi trauma meccanico e di gestire con ottimi risultati in termini qualitativi il post-raccolta, che per noi à una fase ancora più critica perché cerchiamo di raccogliere la frutta al giusto grado di maturazione; se questo da un lato migliora la performance gustativa, dall’altro rende la frutta ancora più delicata e vulnerabile”. 

Il mercato di riferimento per le albicocche dell’Op, sottolinea Eleuteri, resta essenzialmente quello italiano, “anche perché è quello in cui riusciamo meglio a valorizzare il posizionamento  qualitativo scelto dall’azienda”. “Per tutte le drupacee, grazie anche a una produzione che negli ultimi tre quattro  anni è migliorata in termini qualitativi - conclude - cresce a doppia cifra il peso della linea premium DolceFrutta che dovrebbe raggiungere quest’anno il 30% di incidenza sull’intero fatturato del comparto; nello stesso tempo continua a diminuire drasticamente il peso dei cestini low cost per l’estero”.

Copyright 2018 Italiafruit News