«Pesche e nettarine, il gusto non ci guadagna»

Da Domenico Oriolo (Op Natura) una riflessione su varietà che non soddisfano il mercato

«Pesche e nettarine, il gusto non ci guadagna»
Sui mali strutturali del comparto pesche e nettarine (vedi nostro articolo di venerdì scorso) torna anche Domenico Oriolo, presidente della Coop Agrusib, con sede nella Piana di Sibari, in Calabria, e vicepresidente dell’Op Natura di Polistena (Reggio Calabria), che ci ha inviato alcune riflessioni. Le pubblichiamo.

“Finalmente qualcuno che abbia individuato i mali di un settore ormai allo sbando, quello delle pesche ma anche quello delle albicocche. E' vero quando dice che il settore vivaistico sperimenta alle spalle dei produttori varietà dalle caratteristiche organolettiche vicine allo zero, in virtù di una presunta precocità di maturazione. Negli ultimi anni - osserva Oriolo - stiamo assistendo a un proliferare di varietà, spinte da alcuni vivaisti senza scrupoli, che stanno distruggendo quello che una volta era chiamato sapore, con la complicità di tutta la filiera”.

“Poi ci meravigliamo se i consumi di frutta sono diminuiti, ma sfido chiunque oggi a trovare non dico un ignaro consumatore, ma un esperto tecnico della qualità, che sostenga senza alcun dubbio di avere mangiato una pesca o un'albicocca che avesse un minimo di sapore. Eppure la raccolta in alcune zone d’Italia è cominciata da più di 20 giorni”.

“A mio modesto parere - conclude Oriolo - la strada da seguire in futuro sarà la riscoperta del gusto e di quella qualità che, quando c’è, non tradisce mai, sia i produttori, sia i consumatori. Spero che questo venga recepito anche dalla Grande distribuzione organizzata perché, per fidelizzare il cliente, non serve più la famosa tessera raccolta punti, quanto un’attenta scelta dei prodotti che mettono sui banchi vendita”.

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