Mercati, la crisi di meloni e angurie

Situazione pesante, mentre la Gdo li mette in promozione a pochi centesimi

Mercati, la crisi di meloni e angurie
Giugno si chiude con un calo dei prezzi della frutta venduta all'ingrosso che interessa soprattutto meloni e angurie, comprese le varietà baby. Va un po’ meglio a pesche e, soprattuto, nettarineQuesti i principali trend registrati da Italmercati, Unioncamere e Bmti nei principali Centri agroalimentari nel corso della scorsa settimana. Le temperature altalenanti e il clima incerto presente in molte zone d’Italia non ha agevolato i consumi dei prodotti più estivi. Anche se si registrano sensibili differenze tra prodotti e aree geografiche.

Angurie e meloni sono in piena crisi - taglia corto Salvatore Musso dall’Ortomercato di Milano - con valori di vendita insignificanti, mentre per le drupacee c'è stato un notevole consumo che però non ha fermato un lento ma costante calo dei prezzi”. “La chiusura delle scuole con i primi spostamenti nei luoghi di vacanza da parte delle famiglie più agiate - aggiunge l'operatore della struttura lombarda - è stata concausa dei rallentamenti nei consumi, sopratutto per le fasce di prodotto più pregiate. Buona la partenza delle prime pere estive di origine spagnola: la varietà si chiama Ercoline, è molto simile alla nostra pera Coscia che peraltro ha un sapore molto migliore del prodotto iberico”.


"Una settimana nel complesso nella norma con un venerdì positivo e movimentato", commenta dal Caat di Torino Stefano Cavaglià. "E' uno dei primi weekend in cui si prevede caldo e bel tempo e ciò ha contribuito a vivacizzare le contrattazioni. In generale rileviamo una scarsa disponibilità di nettarine e un andamento nella media per le pesche; la nostra azienda cerca di privilegiare il prodotto locale e ci aspettiamo un aumento della produzione dal territorio nei prossimi giorni. Male melone e angurie, che non tirano, abbondante l'offerta di ciliegie da tutte le principali zone di produzione del Centro Nord. Per quanto riguarda le albicocche piemontesi, i listini medi sono sull’1,20 euro".

“Al Mercato di Salerno - dice Gianluca Squillante, grossista del Centro agroalimentare campano - l’hanno fatta da padrone le pesche locali a fronte di una carenza di prodotto spagnolo; abbastanza buoni i prezzi, tra 1,50 e 1,70 il chilo per la pezzatura 15 mentre per la 20-22 si viaggia attorno a 80 centesimi-1 euro. Le percoche gialle di pezzatura 22 sono quotate tra l’1,60 e l’1,80 mentre il calibro 26 tra 80 centesimi e 1,20 euro. Per queste referenze i listini sono in linea con la settimana precedente. In crescita invece le quotazioni delle ciliegie: abbiamo iniziato a commercializzare il prodotto greco, quotato attorno a 3,80-4 euro il chilo, mentre le referenze locali, che si vanno esaurendo, viaggiano attorno ai 2 euro". 

"Fermo - aggiunge Squillante - il mercato delle angurie, complici le condizioni meteorologiche fin qui poco stabili. Bene la zucchina bianca con il fiore, quotata attorno all’euro, così come la fragola, con il prodotto locale che spunta 4,50 euro il chilo, mentre i frutti del Nord, veleggiano al Mercato di Salerno su quotazioni più elevate”.



Cocomeri e meloni in crisi nei Mercati e in "svendita" in molte catene distributive: nel weekend appena concluso Aldi, ad esempio, proponeva tra i prodotti "civetta" l'anguria Made in Italy della linea "I Colori del Sapore" al prezzo di 25 centesimi il chilo, con uno sconto di quasi il 30% sul prezzo di listino.

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