Pomodoro: nasce Italtom, primo obiettivo 80mila tonnellate

Pomodoro: nasce Italtom, primo obiettivo 80mila tonnellate
“In questi 45 giorni di campagna del pomodoro ci giochiamo tutto. E’ una sfida importante, perché la ripresa di questa azienda non è solo imprenditoriale, ma riguarda il recupero di una filiera e di un territorio”. Lo hanno affermato Dario Squeri e Gian Mario Bosoni, amministratori delegati di Italtom, lo stabilimento di trasformazione del pomodoro nato sulle ceneri di Ferrara Food, azienda poi affittata ai due imprenditori piacentini. La stima per la prima campagna è di una produzione di 80mila tonnellate. Insieme alle oltre 200mila realizzate sia da Steriltom (Squeri) sia da Emiliana Conserve (Bosoni), le tre aziende raggiungono il mezzo milione di tonnellate, diventando così il primo gruppo privato italiano di trasformazione. Importante l’impatto sul territorio, con l’assunzione di oltre 100 persone, tra fissi e stagionali.

All’apertura era presente anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, oltre alla autorità locali e al sindaco di Argenta, Antonio Fiorentini. “E’ una sfida – ha affermato il governatore che unisce l’Emilia e la Romagna - e che si fonda sulla qualità, sulla sicurezza del cibo e sulla capacità di esportarle all’estero. Tre punti che danno garanzia a tutta la filiera agroalimentare, che in Emilia Romagna trova un export da sei miliardi e pone la regione, da tre anni, al primo posto per la crescita in Italia. Per questo dico no ai dazi di qualsiasi tipo e ai blocchi verso i mercati mondiali”.


Il tavolo delle autorità alla presentazione. In alto, da sinistra, Squeri, Bonaccini e Bosoni

Nell’ultima fabbrica di pomodoro costruita in Europa, quindi la più moderna, si produrranno polpa, pomodoro in bag in box per horeca e food service (di cui Steriltom è leader europeo). Sono state avviate tre nuove linee e l’investimento totale per la riapertura è di quattro milioni di euro. “E’ fondamentale - ha affermato Squeri – il rapporto con gli agricoltori, in una terra vocata alla coltivazione del pomodoro. Il mercato oggi è  il mondo e senza aggregazioni non si va da nessuna parte. I valori di un territorio hanno senso solo se riusciamo a portarli al di fuori, nel mondo”. 

Squeri ha sottolineato, poi, come il pomodoro “debba essere buono, sano e giusto in un’ottica di sostenibilità. La ricchezza prodotta deve essere ripartita in tutta la filiera”. Bosoni, infine, ha sostenuto che “il mondo del retail è lontano dalla giustizia dei prezzi. E chi produce qualità sconta il fatto che non sempre gli acquirenti sanno chi o dove sia stato prodotto quel cibo. Se tutti abbiamo rispettato le regole di coltivazione, perché sappiamo che al di fuori dell’Italia ci sono regole meno stringenti e si utilizzano prodotti da noi vietati da anni”.

Infine, Cristian Camisa, presidente di Confapi Industria Emilia Romagna “ha espresso soddisfazione per un progetto imprenditoriale importante che garantirà occupazione, che darà maggiore certezza alla filiera. Confapi Industria vuole assistere le aziende e dare opportunità e servizi alle imprese di un settore trainante per l’intera economia regionale come quello agroalimentare”.

Fonte: ufficio stampa Italtom