«Vi spiego perché investire in Ghana»

Intervista al console Taricone che coltiva ananas e ha progetti in ortofrutta

«Vi spiego perché investire in Ghana»
Gli imprenditori ortofrutticoli italiani dovrebbero investire in Ghana. Parola di Massimiliano Taricone, console onorario del Paese africano in Italia e imprenditore alla guida di Trasacco Group, l'azienda di famiglia che dal nome lascia trasparire il legame con il comune abruzzese della Marsica, zona d'origine della famiglia Taricone. Oggi Trasacco Group è fra le più grandi imprese ghanesi, con oltre quattromila dipendenti e interessi anche in ortofrutta. Attraverso la Sam Valley Farms Ltd, infatti, produce ananas che esporta in Europa e ha altri progetti per lo sviluppo di produzioni ortofrutticole in Ghana.

Massimiilano Taricone, console Ghana in Italia

Console, perché un imprenditore italiano dovrebbe investire in Ghana?
Il clima è fantastico, per alcune colture può raddoppiare il ciclo produttivo. Poi c'è grande disponibilità di acqua dolce e il Governo vuole incentivare la produzione agricola attraverso agevolazioni fiscali e sostegno ai progetti. Il Ghana è un Paese politicamente stabile, sta vivendo un boom economico, ed è una piattaforma ideale per servire una vasta zona strategica dell'Africa. La vera domanda è: perché non venire in Ghana se si vuole davvero investire?

E il costo della manodopera?
Certo, è inferiore rispetto all'Italia. Ma ultimamente anche qua gli stipendi iniziano a salire, soprattutto per i lavori più qualificati. Comunque non è questa la chiave vincente di un investimento in questa terra.

Ananas Ghana

Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione?
C'è un mercato da sviluppare, quello del West Africa: in 40 minuti di aereo da Akkra vivono 350 milioni di abitanti. E per assurdo tanti prodotti ortofrutticoli che si consumano qui sono importati: patate e pomodori, tanto per fare un esempio, potrebbero essere coltivati in Ghana per il mercato africano. Poi c'è il capitolo export e il Governo ghanese prevede zone con completa esenzione doganale per le produzioni destinate ad essere esportate, a patto che si impieghi manodopera locale.

La logistica?
Ci sono le infrastrutture che servono: porti e aeroporti internazionali dove possono transitare container refrigerati.

Quali sono le vostre attività in ambito ortofrutticolo?
Con la Sam Valley Farms abbiamo avviato una partnership con il Costa Rica e ad oggi produciamo ananas su oltre 200 ettari. Ma nei prossimi tre anni arriveremo ad una superficie di mille ettari. Lavoriamo con il mercato europeo attraverso Dole e altri piccoli rivenditori. Il nostro sviluppo in ortofrutta ha spinto il Governo di Capoverde a donarci 1.200 ettari di terreno per avviare una sperimentazione: la coltivazione biologica di pomodori. Dovremmo partire il prossimo anno. Nelle scorse settimane sono tornato in Abruzzo e ho incontrato i produttori di patate: stiamo valutando con gli imprenditori di Avezzano di testare una produzione di tuberi in Ghana.

Ananas Ghana

E dall'Italia c'è interesse?
Non quanto meriti il Ghana e si perdono grosse opportunità. Gli imprenditori dovrebbero essere più coraggiosi: durante Expo 2015, con l'allora presidente Jonh Dramani Mahama, abbiamo incontrato importanti realtà di Emilia e Lombardia per la lavorazione del pomodoro: il Governo ghanese ha ristrutturato una vecchia fabbrica per la trasformazione del pomodoro, che ancora non è in attività, e la sta offrendo a un prezzo bassissimo. Ci sono agricoltori che produrrebbero pomodoro, ma non sanno dove conferirlo. Sinceramente non mi so ben spiegare la mentalità italiana.

Cosa dovrebbero fare i capitani d'impresa italiani?
Quello che stiamo facendo noi da 50 anni: investire nella trasformazione di questo Paese che esprime il 2% delle proprie possibilità. La mia famiglia è in Ghana dal 1968 e come console sono a disposizione di qualsiasi italiano di buona volontà che voglia impegnarsi in un progetto imprenditoriale in questo Paese. Sul sito internet del Consolato (clicca qui per accedervi) ci sono i nostri contatti.

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