Uva, Racemus e «l'arte dell'attesa»

Parte ora la raccolta di Vittoria. Diomede: «Così le diamo più valore»

Uva, Racemus e «l'arte dell'attesa»
Da dodici anni alla guida dell'azienda Racemus di Rutigliano (Bari), ma non è la sua prima esperienza imprenditoriale nel settore, Teresa Diomede conosce bene il mondo dell’uva da tavola. La sua percezione del mercato e le relazioni sono cresciute progressivamente, insieme agli elevati standard qualitativi garantiti dalla sua azienda.

“Dalla prossima settimana inizieremo con i primi stacchi della varietà Vittoria - spiega l’imprenditrice pugliese - L’avvio di campagna è stato lento, sia in termini di vendite sia di prezzi, e abbiamo preferito attendere per posizionare al meglio il prodotto. Ormai sappiamo che in questo periodo, prima e dopo le vacanze estive, i consumi sono particolari. In più Grecia, Egitto, Spagna ci mettono in difficoltà. In genere a settembre, quando si torna alla normalità, anche le vendite tornano regolari”.



Malgrado gli elevati tassi di umidità di questi giorni, in campagna non ci sono problemi di fitopatie e la qualità si presenta ottima. Dopo Vittoria, toccherà a Red Globe e Crimson Seedless per poi proseguire, fino a tutto novembre, con le tardive, Italia in primis.

Anche dal punto di vista dell’export, Racemus non si muove su percorsi prevedibili. “In Spagna e Portogallo esportiamo due varietà tipiche e ormai collaudate, come Italia e Rosata, per le quali c’è buona richiesta. Ma in una finestra commerciale piuttosto stretta, da ottobre a metà novembre”.



“Poi ci sono le seedless – conclude Diomede - In questo caso, ovviamente, non spediamo in Spagna ma nel Regno Unito oppure ci affidiamo a qualche collega per arrivare in mercati dove hanno già contatti”.



Associata alla Op Apoc, l’azienda Racemus aderisce allo standard Uvitaly: una certificazione di qualità assicurata anche dal sigillo di garanzia sulle confezioni.

Copyright 2018 Italiafruit News