Compag sollecita chiarimenti sul Pan

Compag sollecita chiarimenti sul Pan
Una battaglia epica quella compiuta da Compag per garantire l’attuazione del Pan, il Piano d’Azione Nazionale in vigore dal 22 gennaio 2014 atto a regolamentare l’uso dei prodotti fitosanitari attraverso la formazione degli utilizzatori e degli stessi venditori, invitati a seguire dei corsi per ottenere degli specifici patentini. Da allora, la Federazione Nazionale dei Commercianti dei prodotti per l’agricoltura, che convoglia al suo interno circa ottomila attività commerciali di dimensioni medio-piccole, che producono il 66% del fatturato del settore privato per un valore di circa 2.500 milioni di euro, si è sempre posta in prima linea per incentivare la distribuzione e la disponibilità dei corsi formativi così da salvaguardare la giusta applicazione della norma e garantire un uso sempre più sostenibile, ponderato e cosciente dei fitosanitari.

Nonostante ad oggi in Italia la norma non sia ancora stata adeguatamente applicata, è già ora di ridiscuterla. Si è andati ben oltre, infatti, i cinque anni stabiliti per legge per rivederla: la Direttiva europea 128/2009 da cui ha avuto origine la normativa italiana sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Dlgs 150/2012 e Pan) prevedeva che gli Stati membri adottassero le misure poste dalla direttiva stessa entro il 14 dicembre 2011 e trasmettessero alla Commissione e agli altri stati membri i loro Piani Nazionali entro il 14 dicembre 2012. L’Italia, come detto, ha adottato la direttiva europea con il decreto del 22 gennaio 2014, pertanto con due anni di ritardo dalla data stabilita.

Compag torna alla carica, cercando di evidenziare alcuni elementi critici la cui risoluzione farebbe avvicinare agli obiettivi per il raggiungimento dei quali la stessa norma ha avuto origine. 

Un punto segnalato da Compag fin dalla prima uscita del decreto legislativo (Dlgs 150/2012) è la definizione di “utilizzatore professionale”, che lega la qualifica ad una persona che utilizza i fitosanitari per lavoro e che possiede un patentino rilasciato a fronte della frequentazione di uno specifico corso di formazione obbligatorio, altre ad una persona che può ottenere detto patentino con il solo prerequisito della maggiore età. La poca chiarezza ha creato non pochi equivoci, con interpretazioni spesso fuorvianti e ben lontane dallo spirito della normativa. Compag continua a chiedere agli organi di competenza una definizione chiara e uniforme, così da riconoscere come “utilizzatori professionali” tutti i possessori di patentino rilasciato dopo una corretta e completa formazione.  

Un altro elemento ripetutamente evidenziato negli anni da Compag attraverso i ministeri con cui si interfaccia è la lentezza nella realizzazione dei corsi di formazione atti a rilasciare i patentini. In un incontro della scorsa primavera con i tecnici della Commissione Europea, il ministero Italiano ha sostenuto che in Italia vi sono poco più di 400mila aziende agricole in presenza di circa 350mila patentini, descrivendo dunque una situazione molto positiva. Il dato è in realtà errato: le 400mila aziende a cui faceva riferimento il Ministero sono quelle che accedono agli aiuti Pac, ma non includono le oltre 800mila altre aziende che utilizzano regolarmente fitosanitari. Sono aziende che in questi anni hanno potuto operare utilizzando i prodotti cosiddetti “irritanti” o “non classificati” che rappresentavano circa il 70% dei prodotti in commercio, ma che in futuro non saranno più disponibili a causa dell’entrata in vigore del decreto sui “prodotti destinati ad utilizzatori non professionali”. Per risolvere lo stallo, Compag continua ad auspicare lo snellimento delle modalità operative così da aumentare la disponibilità di corsi e il conseguente rilascio di patentini. Auspica, inoltre, il riconoscimento della formazione anche fuori dai confini regionali, rendendo legittimi così patentini ottenuti in Regioni diverse da quelle in cui si opera. 

Sempre in occasione dell’attuale fase di revisione del Pan, Compag sta cercando di riportare in gioco le modalità con cui viene applicata la lotta integrata in Italia, ancora basate sul sistema di selezione dei prodotti presenti nei disciplinari regionali. Si tratta di un sistema superato, che aveva una propria ragione d’essere in passato, quando erano disponibili in commercio elevati quantitativi di prodotti. Oggi, dopo la drastica revisione delle sostanze attive e conseguente riduzione dei prodotti disponibili, è spesso impossibile trovare prodotti per la difesa di molte “colture minori” e anche per quelle “maggiori”, ricorrendo pertanto obbligatoriamente a richieste di deroghe per usi eccezionali. Un sistema questo che non stimola la ricerca e tanto meno l’introduzione di tecniche innovative. L’accento andrebbe invece posto sull’agricoltura di precisione e sui modelli di predizione dello sviluppo delle malattie e delle avversità.

Fonte: Ufficio stampa Compag